21/05/2015 – ‘Armonia e creatività per una perfetta esperienza living’. È il principio ispiratore che accompagna sin dagli esordi Saba, azienda italiana con sede a S. Martino Di Lupari in provincia di Padova, che dal 1988 dedica la sua ricerca progettuale alla cultura del relax. Non un semplice slogan, ma un vero e proprio mood, un approccio esistenziale diventato un’avventura imprenditoriale. Tutta al femminile.
Amelia Pegorin e Alessandra Santi sono le protagoniste di questa avventura. Unite dal legame più forte che possa esistere in natura, quello di madre e figlia, ma soprattutto dalla stessa sensibilità in materia estetica e dalla stessa visione d’insieme che le porta ad indagare, come per gioco, le molteplici potenzialità di ogni singolo progetto.
1. Amelia e Alessandra, voi siete i due volti femminili cui Saba deve il suo ‘essere al mondo del design’. Ci raccontate la storia? come è nata la vostra avventura?
Alessandra: È un’avventura nata dalla contingenza e dalla voglia di portare avanti un progetto familiare. Come ogni avventura, c’è sempre un senso d’incognito e una grossa dose di curiosità, ma anche di volontà di sperimentare che sottende il viaggio.
Amelia ha fatto studi umanistici, io ho perseguito un percorso formativo nell’ambito della comunicazione. Abbiamo approcci e talenti diversi, ma una sensibilità molto affine soprattutto in materia estetica.
Quando abbiamo cominciato questa avventura Saba era ancora una realtà in potenza, e forse lo erano anche i nostri personali talenti, che abbiamo saputo riconoscere e unire lungo il percorso. L’azienda l’ho vissuta fin dall’infanzia. All’età di 24 anni, dopo alcune esperienze nel settore moda, ho cominciato a lavorare internamente. All’epoca non c’era ancora un vero e proprio ufficio di comunicazione, ma credo sia stato importante per me vivere ogni fase dall’interno, dalla progettazione di un prototipo alla sua realizzazione e commercializzazione. Credo che per comunicare un progetto sia indispensabile conoscerne ogni fase, a partire dalla sua ideazione.
A 28 anni la scelta di proseguire da Milano, dove tutt’ora vivo, facendo consulenza anche ad altre realtà nell’ambito dell’arte e del design. Da qui posso avere una visione d’insieme un po’ più distaccata e forse lucida; un ambiente stimolante come quello di Milano mi aiuta a portare nuovi input all’interno dell’azienda. Amelia ed io ci confrontiamo su ogni scelta e progetto. Spesso le nostre opinioni maturano in modo autonomo, ma nel momento del confronto ci troviamo sempre allineate. Siamo un team a tutti gli effetti!
2. Cosa ritenete renda riconoscibile l’approccio femminile nella produzione e in genere nella storia di Saba? A questo proposito esiste davvero secondo voi una differenza di genere? Quali sono gli eventuali vantaggi o svantaggi di un mood imprenditoriale al femminile?
Amelia: Sono convinta che la cifra riconoscibile nell’approccio femminile al design in genere, e nello specifico nei prodotti Saba, sia riconducibile agli archetipi che nella simbologia primitiva rappresentavano la donna: il cerchio. Il cerchio è l’uovo, la rotondità, la centralità, il benessere.
Credo sia la donna che abbia inventato l’amore. È inciso nel suo dna innamorarsi follemente del suo uovo e averne cura. Questo segno, se tradotto in linguaggio progettuale, lo riconosco nei prodotti Saba, in cui ogni progetto più o meno di successo è il risultato di un modello di pensiero legato al benessere.
Ritengo perciò che esista una differenza tra il modello culturale maschile e femminile nell’approccio al design. L’archetipo maschile è rappresentato dalla freccia, che è movimento verso un obiettivo; è velocità e razionalità. Il vantaggio di un mood imprenditoriale femminile appare indicativo in un modello produttivo improntato a sostenibilità e benessere. Lo svantaggio è nel pericolo di non sentire immediato quell’approccio razionale e, se si vuole, più freddo del pensiero maschile legato più alla logica del business. Ma questa considerazione porta subito a sottolineare un altro vantaggio tutto femminile: la versatilità nell’adattarsi a situazioni molto diverse tra loro.
3. ‘Armonia e creatività per una perfetta esperienza living’ è l’ispirazione che da sempre accompagna l’avventura di Saba. In che modo Saba riesce a creare la ‘perfetta esperienza living’?
Alessandra: Credo che a Saba oggi giorno si possa riconoscere una certa inclinazione verso la sperimentazione, una versatilità spiccata perseguita attraverso gesti misurati e intelligenti, e una personale estetica del colore e dei tessuti che l’hanno resa un’azienda riconoscibile tra tante. Fare divani, produrre sedute che abbiano un loro profilo e che evochino il rapporto che li unisce a chi li ha pensati, è la bellissima finalità che da sempre ricerchiamo.
I nostri progetti hanno un comune denominatore: rispondono, con soluzioni originali e semplici, alle diverse necessità che i consumatori pongono. Uno scambio che si raffina attraverso il dialogo e l’attenzione che volgiamo all’uomo. Non esiste il divano perfetto. Esiste una volontà che mira alla perfezione conferendo così valore al senso del “fare”. Nel concetto d’identità Saba, trova ampio spazio il valore dell’estetica, quel mix di contenuti tattili, sensoriali e cromatici che rendono le nostre collezioni tessili percorsi ispirativi e, attraverso contaminazioni di stili, si fondono al fine di creare mood eleganti e ogni volta diversi.
Armonia e creatività sono elementi portanti del nostro fare design e del nostro pensare il living.
4. Amelia, tempo fa hai detto che ogni nuovo progetto è un racconto e che, come ogni storia, nasce da un incontro, da coincidenze e destini incrociati. Nonché dal desiderio di far convivere razionalità ed emotività. Hai voglia di raccontarci quali incontri/riflessioni hanno determinato i progetti Saba 2015? in che modo convivono in loro razionalità ed emotività?
Amelia: Ogni progetto è un racconto… I nuovi prodotti Saba presentati nel 2015 sono un esempio della costante ricerca di far dialogare razionalità ed emotività. Le forme aeree e contemporaneamente disimpegnate di Pop Up lo rendono opposto al precedente modello Uppiù monolitico e borghese. Invece il nuovo divano New York per classicità e contenuti estetici ed ergonomici.
Far dialogare gli opposti è il pensiero nato dalla lettura del libro “ Lezioni americane“ di Italo Calvino. La razionalità è espressa nella ricerca di nuove funzioni e modi d’uso delle sedute, e l’emotività è riconducibile nell’espressione dell’eleganza. Si trova l’equilibrio dell’armonia degli opposti. Infine su tutto cerco di percorrere la strada che faccia dell’essere umano e il suo benessere il vero fine dell’azienda. New York Suite, design Sergio Bicego
La collezione New York firmata Sergio Bicego si declina in nuove forme senza perdere la propria essenza.
New York Suite riprende l’agile silhouette che caratterizza l’intera gamma e le ampie cuscinature dalle rifiniture sartoriali risultano avvolgenti. La trapuntatura dei cuscini ammicca a un’eleganza retrò. Allo stesso tempo l’allure metropolitana viene esaltata dalla sagoma esagonale della struttura, che poggia su piedi sottili in tondino di acciaio personalizzabile, con finitura cromo nero, cromo lucido o verniciato bianco.
Un divano che non teme di confondere le categorie estetiche, dall’eleganza domestica e che ripensa al presente come un territorio fluido tra passato e futuro perché come afferma il filosofo italiano Giorgio Agamben recentemente citato da una maison di moda italiana «È davvero contemporaneo chi non coincide perfettamente col suo tempo». New York Soft, design Sergio Bicego
L’agile silhouette della fortunata poltroncina New York è il punto di partenza del nuovo progetto di imbottiti firmato Saba. L’allure metropolitana viene esaltata dall’anima esagonale della struttura, che poggia su piedi sottili in tondino di acciaio la cui finitura cromo lucido o verniciato bianco, si arricchisce per il 2015 con la presentazione della variante cromo nero. L’anima eclettica del divano si rivela nell’originale cuscino dello schienale che consente, tramite una semplice rotazione, di tramutarsi da poggiareni a comodo poggiatesta. Pop-Up, design Giuseppe Viganò
Pop-Up è un sistema di sedute che recupera l' originale cuscino-schienale dello storico modello UP, mantenendone il movimento ed esprimendolo in nuove proporzioni e inconsueti modi d'uso Pop-Up è caratterizzato da forme discrete, pulite e contemporaneamente "disimpegnate", proprio come la musica pop degli anni '60. Leggendo con attenzione il prodotto si coglie quel senso di eleganza casual che caratterizza il nostro tempo, dove la ricerca del bello e ben fatto abbraccia il desiderio di libertà dai soliti schemi compositivi.
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