03/07/2015 - Per molti è ‘la sedia’. E così, a 25 anni dalla sua nascita, De Padova la celebra con una nuova versione. Un modo per ricordare la collaborazione fra l’azienda e Vico Magistretti. È così che nasce la SILVER, tutta in maiuscolo, per una versione tutta in alluminio, leggera, elegante e resistente. Un solo modello, quella con braccioli, lucente e sofisticata per illuminare.
Non c’è nulla di più creativo di un rapporto conflittuale
Nascevano così i capolavori di Magistretti per De Padova: da confronti anche bruschi, insofferenze più recitate che reali e illuminazioni improvvise. Vico era il ‘maestro’ improvvisamente messo in discussione da Maddalena, l’imprenditrice. Un gioco delle parti in cui entrambi conoscevano perfettamente il valore di uno e dell’altro, ma nel gioco creativo, fingevano incertezze.
Anche la Silver è nata così. Era la fine degli anni 80. Maddalena De Padova VOLEVA una nuova sedia. La voleva elegante e semplice. Quello che sapeva essere il tratto di Vico.
1988 Showroom di corso Venezia, Milano, interno giorno. Maddalena e Vico discutono di un prototipo di una sedia proposta da un giovane architetto:
Non mi piace Vico, c’è qualcosa che non va.
Neanche a me, ma ancora non ho capito che sedia hai in testa…
Maddalena comincia a sfogliare una rivista di arredamento:
Ma guarda come è bella la Thonet…come le sedie degli Shakers.
Ecco io ho in testa questa semplicità, quest’eleganza.
Magistretti si mise a lavorare sui materiali per reinventare la Thonet, e questo raccontò più avanti: la seduta e lo schienale della mia sedia Silver vengono dal Giappone. Durante un viaggio girando per i mercati, vidi i cestini che venivano usati per le uova. Da lì nascono seduta e schienale della Silver.
Vico mandò lo schizzo della Silver a Maddalena, con due righe scritte a mano: questa non ti piace. Una piccola provocazione, sapendo già di aver centrato l’obbiettivo. Curiosità, capacità di vedere al di là delle cose e molta ironia per cancellare i conflitti. È così che è nata la Silver.
“Nella mia vita avrò fatto cinquanta sedie circa, di queste ne restano forse dieci, ma se non le avessi fatte tutte cinquanta non avrei fatto neanche quelle dieci. Alla fine quello che conta è la fatica, il lavoro, l’attenzione, il non essere mai contenti.” Vico Magistretti
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