20/08/2015 - Nuovo Marmomacc e nuovo "compleanno". Quest'anno il 50° per la nota fiera. Per un'occasione così importante, Grassi Pietre, realtà di Nanto (Vi) che da tempo è una dei protagonisti della manifestazione, non poteva mancare.
Come già avvenuto per la precedente edizione, l'azienda sarà uno degli interpreti della mostra allestita al padiglione 1. Quest'anno intitolata "Lithic Vertigo": un'esposizione di sperimentazione e di creatività nell’uso della pietra, finalizzata a promuovere il “Made in Italy” litico attraverso l’interpretazione di prestigiosi progettisti internazionali.
«L’atto del salire, nell’architettura come negli spazi urbani, ha sempre costituito una sfida intrigante per gli architetti, - ha spiegato dall'architetto Vincenzo Pavan che assieme a Raffaello Galiotto si è occupato della cura della mostra - talvolta una prova di abilità per dimostrare le capacità tecniche e creative del progettista. La pietra, più di altri materiali si è rivelata, sia nel passato che in epoca
contemporanea, particolarmente adatta a sperimentazioni su questo tema».
L'INSTALLAZIONE: IL PROGETTO
L'installazione di Grassi Pietre, intitolata "New Karnak", nasce dalla matita dell'architetto Cino Zucchi. Fin da subito, dal suo nome, si mostra in tutta la sua suggestione. La forma è quella di un cuneo lapideo sghembo, attraversato da gradini in pietra di Vicenza Bianco Avorio (in finitura carteggiata) che salgono verso uno stretto taglio di luce o si specchiano in un pavimento levigato, in granito nero. La forma che richiama alla mente una piramide, ultramoderna, ha una chiara ispirazione che arriva da molto lontano. Il suo scheletro in acciaio, la rende però più che mai moderna.
BIANCO AVORIO: IL MATERIALE USATO PER IL PROGETTO
Di colore chiaro con sfumature beige, il Bianco Avorio è la più tradizionale Pietra di Vicenza. Molto utilizzata per le sculture classiche, è anche adatta a realizzare rivestimenti interni ed esterni, scale, pavimenti e ogni altro elemento di edilizia. Risultato della sedimentazione di differenti fossili, la pietra di Vicenza Bianco Avorio ha una base uniforme grazie alla grana fine di cui si compone ma, vista la presenza di alghe fossili, si contraddistingue per l'aspetto "fiorito".
"NEW KARNAK": CINO ZUCCHI RACCONTA IL CONCEPT CREATIVO
Prima ancora dell’architrave, della volta, e delle altre “figure” architettoniche legate alla costruzione in pietra, esiste l’atto fondativo dell’accumulazione. La biblica Torre di Babele appare solo un’ambiziosa variante collettiva delle pile di sassi erette da ignoti per segnare un percorso montano o un luogo degno di memoria.
La forma semplice della piramide continua ad affascinarci: della natura ha la scala della montagna, dell’uomo ha l’esprit de géométrie e il mistero del numero. Nel suo interno gelosamente custodito, gallerie megalitiche incombono sull’esploratore coraggioso alla ricerca dei suoi segreti, vuoti nei quali corsi di massi sovrapposti progressivamente aggettanti verso la sommità - tecnica nota come “corbelling” - formano una caverna smisurata a forma di piramide cava.
La piramide, figura arcaica per eccellenza, riappare curiosamente nei periodi di crisi e rifondazione dell’architettura: nel gigantismo dei disegni di Etienne-Louis Boullée, in progetti di “moderni” quali quelli di Ivan Leonidov, Le Corbusier, Louis Kahn, o nelle grandi utopie urbane di Paolo Soleri o dei Metabolisti giapponesi. Ma le dense megastrutture raffigurate da questi ultimi come cura alla densità urbana sono presto diventate le scenografie inquietanti di film come Blade Runner.
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