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14/10/2015 - Lo ha annunciato durante la vigilia dell'XI Giornata del Contemporaneo Amaci, il Ministro Dario Franceschini: nascerà un nuovo museo di arte contemporanea a Palazzo Ardinghelli, nel cuore de L’Aquila, gestito dal MAXXI di Roma.
“A L’Aquila - ha dichiarato il Ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo - c’e’ un finanziamento di circa un milione e mezzo per completare il restauro di Palazzo Ardinghelli che e’ stato restaurato con un contributo della Russia. All’origine doveva diventare sede degli uffici del ministero, invece abbiamo valutato che diventera’ un museo di arte contemporanea, la cui collezione verra’ costruita attraverso donazioni.
Visto che il luogo non e’ grande dovranno essere donazioni importanti, quindi piu’ la qualita’ che la quantita’. E che, stiamo ragionando, potra’ essere gestito dal Maxxi e sara’ Maxxi L’Aquila”. Una realtà culturale dedicata all’arte contemporanea che diventerà un “contributo per la rinascita del Centro storico. Ci rivolgeremo agli artisti e alle istituzioni chiedendo loro di donare un’opera per il nuovo museo".
"Condividiamo pienamente l'intuizione del ministro che dall'arte contemporanea possa venire un contributo importante alla rinascita di questa città ferita - ha detto il presidente della Fondazione Maxxi, Giovanna Melandri - Per la realizzazione del progetto - prosegue - abbiamo messo a disposizione le competenze e la collezione che la Fondazione Maxxi gestisce in quanto Museo nazionale delle arti del XXI secolo".
Situato in piazza S. Maria Paganica 15, Palazzo Ardinghelli fu progettato nel XVII secolo dall’architetto romano Francesco Fontana (1668 - 1708) per conto della ricca famiglia di origine fiorentina, e fu realizzato tra il 1732 e il 1742.
Nel corso dei secoli l’edificio è stato oggetto di numerose trasformazioni. Al palazzo si accede attraverso un portale bugnato, in un portico voltato a crociera che introduce al cortile ad esedra. Al primo piano, sul porticato, la facciata è ritmata da una serie di finestre a timpano curvilineo mentre l’esedra si apre in un loggiato che, in corrispondenza dell’ingresso, è interrotto da un balcone decorato da una settecentesca ringhiera in ferro, unico esempio all’Aquila di balconata a quota variata.
Le decorazioni pittoriche dello scalone, sono state realizzate dal pittore veneziano Vincenzo Damini nel 1749.
Dopo il terremoto del 2009 l'edificio ha riportato lesioni di grave entità alle strutture portanti, e crolli parziali degli aggetti e dell’apparato decorativo in facciata.
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