03/11/2015 - Un progetto unico, un ponte reale che per la prima volta mette in comunicazione il “fuori e il dentro”. E' questo lo scopo di InGalera, il primo esempio in Italia di un'attività di ristorazione aperta a tutti e nata all'interno di un carcere, la II Casa di Reclusione di Milano Bollate, nota per la sua politica penitenziaria volta a valorizzare l’aspetto rieducativo della pena.
Un ristorante che offre 52 posti a sedere, aperto a pranzo e a cena dal lunedì al sabato, dove lavorano complessivamente nove persone, tutti detenuti, a esclusione dello chef e del maitre, professionisti esterni chiamati a dare prestigio al progetto.
Gli interni sono stati curati dall’architetto Augusta Comi: “L’idea progettuale del ristorante InGalera nasce dall’osservazione delle linee essenziali e rigorose tipiche degli ambienti delle strutture carcerarie, luoghi in cui l'aspetto funzionale è tenuto in grande considerazione. L’uso dei colori pastello, che riprende il tema delle cornici delle finestre della facciata, dona all’ambiente un carattere di leggerezza e elegante sobrietà”.
Un ristorante accogliente e luminoso nel quale si inseriscono armoniosamente gli arredi Pedrali scelti: il tratto sottile e lineare delle sedute Volt, con e senza braccioli nei colori bianco e beige, disegnate da Claudio Dondoli e Marco Pocci, e i tavoli Inox con basamento verniciato bianco.
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