03/11/2015 - Dal 28 ottobre 2015 De Padova ha un nuovo indirizzo: via Santa Cecilia 7. Dopo 50 anni esatti il brand lascia lo storico showroom milanese di Corso Venezia e si trasferisce in un grande loft industriale ripensato su progetto di Piero Lissoni. Seconda grande novità per De Padova, l’inaugurazione del nuovo spazio giunge pochi mesi dopo l’integrazione con Boffi.
Dopo 50 anni – spiega Roberto Gavazzi, amministratore delegato di Boffi ed ora anche di De Padova – De Padova doveva andar via. Lo spazio era diventato troppo oneroso, non più sostenibile di questi tempi per un player dell'arredamento, e questo rappresentava un’esigenza, ma anche un problema. Maddalena De Padova è la parte straordinariamente positiva e faticosa della storia di De Padova. Abbiamo sentito l’esigenza di dare inizio ad una nuova fase di questa importante storia.
Avevamo inizialmente trovato un partner serioso – racconta Luca De Padova, Presidente di De Padova ed ora anche Vice Presidente di Boffi – che però sapevamo non ci avrebbe dato quella forza che ci ha dato invece Boffi. Rischiavamo di fare un matrimonio sbagliato, in cui De Padova sarebbe stata prevaricata. Boffi garantisce invece l’identità di De Padova, e ci ha aiutati a trovare un nuovo spazio.
Tra gennaio e aprile 2015 – continua Gavazzi – abbiamo concluso l’accordo e firmato il contratto di affitto. In questa occasione ci siamo chiesti “Perché non pensiamo a qualcosa di radicalmente diverso?” In meno di cinque mesi siamo riusciti a presentare il nuovo spazio. È un tempo record di cui sono molto fiero.
Dista solo 60 metri in linea d’aria dal vecchio showroom, ma è uno spazio profondamente diverso, nella forma e nel contenuto. Le ampie vetrine che per mezzo secolo hanno dominato l’angolo tra Corso Venezia e via San Damiano cedono il passo ad un grande loft industriale di 1100 mq su due livelli. Non si mostra alla strada, ma si annuncia con la chioma di un grande albero e insegne discrete, nell’estremità cieca della breve via Santa Cecilia, una traversa di corso Monforte.
Immaginate uno spazio industriale vero – commenta Piero Lissoni – a cavallo tra una fabbrica e una galleria d’arte. “Come raccontare la storia di De Padova?”, mi sono chiesto. “Quale De Padova faremo vedere in questo spazio?”
Si accede al grande loft da un tunnel per auto, reso solo pedonale. Illuminato da un’alta vetrata, che sovrasta la discesa con i primi oggetti a dare il benvenuto, il tunnel porta a un cavedio luminoso: una piazzetta silenziosa con un piccolo giardino, su cui si apre la grande parete vetrata dello store. Si è dentro, ma in realtà ancora fuori. Una volta superata la soglia, si attraversano i primi ambienti allestiti con le diverse proposte di arredo, e si sale quindi al piano terra, illuminato naturalmente da lucernai e finestre.
Per me De Padova è stata una iconografia di stile, intellettuale, ed ho sentito per questo – commenta il designer – una grande responsabilità. Ma, nell’operare dei cambiamenti, ho adottato un modello di cattiveria. Tutta la collezione è stata leggermente ritoccata. Ho lavorato su delle “reliquie” - Magistretti, Castiglione. Non le ho però riportate indietro nel tempo; ne ho rispettato l’anima portando gli orologi al 2015. Quasi non ve ne accorgerete. Si tratta di leggerissime modifiche, con una visione netta, onesta, nei confronti del futuro.
La scelta di un contenitore così diverso è consequenziale alla forte volontà di comunicare un concept inedito che fa del nuovo spazio milanese di De Padova non solo uno showroom, ma soprattutto “un laboratorio di idee”.
Il progetto – spiega Gavazzi – consiste nel creare un gruppo di aziende con cui fare progettazione. Realizzare veri e propri progetti, nei quali l’arredo si aggiunge a riscaldamento, condizionamento, illuminazione, domotica, pavimentazione, e persino alla scelta di quadri e oggetti del ‘900.
Il nuovo store integra nell’esposizione suggerimenti complementari agli arredi della collezione e li contestualizza con bagni, cucine e armadiature del gruppo Boffi, ma soprattutto con una libreria di materiali di brand partner selezionati: dalle piastrelle alle resine, dai legni ai tessuti per rivestimenti e tendaggi. Tutto a disposizione della clientela che, guidata da un team interno di architetti potrà realizzare progetti integrali a misura – completi di sistemi di riscaldamento, condizionamento e domotici – di interni e di terrazzi e giardini.
Non si è trattato – spiega Lissoni – di disegnare uno showroom, bensì una nuova generazione di negozi, un modo di atterrare in luoghi diversi. Oggetti d’arte, mobili e oggetti capitati lì, e lì soltanto. Ce ne saranno altri di showroom come questi – anticipa – e ciascuno sarà irrepetibile, perché ogni luogo è una storia. Saranno posti dove si raccontano storie diverse, dedicate ai libri, ai materiali, a Boffi, o a De Padova. Ogni progetto sarà diverso, perché la sua trasformazione sarà guidata dal contesto.
Lo store milanese intende fare da volano alla diffusione del rinnovato marchio attraverso un ambizioso piano studiato fino ad aprile 2017. Sono previsti, a partire già dai prossimi quattro mesi, nuovi shop a Londra, New York, Los Angeles, Miami, Francoforte, Zurigo, Barcellona, Anversa, Parigi, Montpellier, Cannes, Amsterdam, Rotterdam e Shanghai.
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