08/02/2016 - Il Business District di CityLife, il progetto di riqualificazione dello storico polo della Fiera di Milano, prende forma sempre di più. Le Tre Torri di uffici, firmate da Zaha Hadid, Arata Isozaki e Daniel Libeskind, vedranno il completamento entro il 2018.
La Torre Isozaki, progettata da Arata Isozaki con Andrea Maffei, è stata completata ed è oggi l’edificio più alto d’Italia con i suoi 202 metri di altezza. Dal 2017 diventerà il quartier generale di Allianz. L'83enne archistar giapponese, in occasione della visita alla torre con i giornalisti, lo scorso 29 ottobre, l'ha definita così: "la realizzazione fisica di un'idea che ho da tantissimi anni: è un'emozione vederla compiuta".
La seconda torre, la Torre Generali, progettata da Zaha Hadid è in costruzione e verrà completata entro il 2017. La torre progettata da Daniel Libeskind è l’ultima ad essere realizzata: dopo il getto delle fondamenta a fine novembre, i lavori di costruzione saranno avviati nella primavera 2016.
Posizionata al centro dei tre edifici, con la sua forma ricurva, funge da elemento di congiunzione fra le altre due torri. Così Libeskind racconta il concept del grattacielo:
“Le immagini da cui si è tratta ispirazione sono la cupola rinascimentale e la scultura michelangiolesca della Pietà Rondanini. La cupola come elemento classico, anche prendendo a riferimento gli studi di Leonardo, definisce uno spazio interno e al tempo stesso diviene un elemento urbano e territoriale, un segnale per tutta la città. Per vie differenti, ma con medesimo intento emotivo e concettuale, la Pietà Rondanini, opera mirabile di Michelangelo Buonarroti conservata a Milano, con l’inarcamento dei corpi vuole comunicare protezione e intimità. Così nascono i presupposti creativi che hanno portato alla definizione della forma della torre, un intervento urbano che dialoga con le altre due torri e unitamente ad esse definisce un nuovo luogo della città, la piazza, e per la città, il landmark urbano rappresentato dallo skyline del masterplan CityLife”.
Entro la fine dell’anno Libeskind vedrà spuntare i primi metri dei 175 totali dell'opera che aveva iniziato a disegnare 14 anni fa, insieme alle residenze che portano il suo nome. Nel corso dell' incontro 'place to be' alla Bocconi, lo scorso 2 febbraio, l'archistar ha riparlato di quello che può considerarsi il suo progetto più importante a Milano, rivelando il suo particolare legame con la città lombarda, che lo ha accolto negli anni Settanta e con la famiglia nel 1986.
Nell’immaginario dell’archistar, la Milano del futuro dovrà avere edifici smart ad alta autonomia energetica, maggiori trasporti pubblici e infrastrutture, più spazi verdi, tentando sempre soluzioni innovative e tecnologiche.
“La storia dell’arte e l’architettura di Milano sono sempre stati per me un’ispirazione. La mia torre a Citylife è ispirata ai disegni del progetto mai realizzato di Leonardo da Vinci per il Duomo. – ha spiegato Daniel Libeskind - Ha una forma scultorea che ricorda le curve ininterrotte dell’opera marmorea Pietà Rondanini di Michelangelo”.
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