15/03/2016 - E’ possibile immaginare un’ architettura che, pur integrandosi nello stratificato contesto storico, evitando ulteriore consumo di suolo, conservando modi d’uso e sinergie, possa collocarsi a pieno titolo nel suo tempo ed essere espressione di contemporaneità?
È più rispettoso della storia e dei luoghi un edificio che imiti tipologia e stilemi architettonici, utilizzando tecniche e materiali “lucenti”, oppure riutilizzare anche in modo imprevedibile parti che lì erano e lì rimangono?
Sulla base di questi interrogativi, Gino Guarnieri e Roberto Mascazzini, hanno progettato le sei unità residenziali in linea a Sesto San Giovanni (MI).
“Abbiamo allora lavorato sull’involucro, immaginato che parte dei materiali di risulta provenienti dalle demolizioni, il mattone pieno delle murature ed i ciottoli di porfido di alcune pavimentazioni, potessero avere nuova vita, in modo da racchiudere il nuovo manufatto entro un involucro 'storico'. L’edificio nello stesso luogo, con la stessa dimensione e forma ed anche lo stesso materiale, ricomposto all’esterno”.
L’azione progettuale, sempre in bilico sul filo che unisce qualità architettonica e profitto immobiliare, è consistita nello stabilire una certa continuità di relazioni con il precedente manufatto (un fienile al totale collasso), con i volumi e le corti dell’antico borgo. Questo avviene attraverso il mantenimento di forma e dimensioni della preesistenza e il recupero di parte dei materiali edili che lo costituivano.
Il materiale, frantumato e contenuto in uno spessore di pochi centimetri, è trattenuto da una rete metallica in acciaio corten e uniformemente distribuito in copertura e pareti, costituisce, quindi, una sorta di “eredità” estetica e costruttiva, oltre che tecnologica, nonostante la trasformazione a cui è stato sottoposto.
Il volume che ne deriva è compatto, pressoché monomaterico, suddiviso in simmetriche campiture in rame aggraffato nelle quali sono ricavate tutte le aperture degli alloggi, sei unità in linea distribuite su tre livelli.
Le aperture non compromettono l’integrità e la forza dell’edificio, sono celate da schermi oscuranti che si aprono meccanicamente e fungono anche da riparo contro sole e pioggia.
Le fasce proseguono sino alla linea di gronda risvoltando parzialmente sulla falda, integrando le aperture zenitali.
La particolare tecnica costruttiva ha permesso l’eliminazione degli usuali elementi costruttivi: canali, pluviali, davanzali, coprifili, imposte... conferendo semplicità costruttiva e salvaguardando la pulizia formale.
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