12/04/2016 - Dall'incontro fra due giovani realtà bolognesi, l'agenzia Comunicattive, che si occupa di comunicazione e marketing nel campo del retail, food e comunicazione sociale, e lo studio Rizoma Architetture, creato dall’evoluzione delle esperienze professionali di tre architetti, nasce il concept architettonico e creativo di Berberè pizzeria a Torino, il quarto locale dell'innovativo format di ristorazione dei fratelli Salvatore e Matteo Aloe che ha rivoluzionato il concetto di pizza.
Il ristorante, che ha aperto a fine febbraio, si trova all'interno del Centro Commensale Binaria e sorge in una vecchia ala in disuso dell'ex azienda Cimat, che negli anni Settanta faceva parte dell'indotto Fiat e che oggi ospita la Fabbrica delle "e".
In questo spazio polifunzionale, completamente ristrutturato e trasformato in un luogo di aggregazione, oltre alla pizzeria si trova la Libreria Torre di Abele, una bottega con i prodotti del Gruppo Abele e Libera, un'aula dedicata ai laboratori per bambini e bambine da 0 a 12 anni e un negozio di antiquariato.
Il locale di Torino, trovandosi all’interno di una fabbrica dismessa degli anni ‘70, è un open space ampio, con altezze significative e fortemente connotato. L'intervento di Comunicattive (per il progetto creativo e l'allestimento della sala) e di Rizoma (per lo zoning e il progetto architettonico della cucina) è stato mosso dalla volontà di integrare gli elementi industriali ancora presenti e che caratterizzano fortemente lo spazio con la mission di Berberè.
Il concept studiato da Rizoma mantiene il carattere industrial della location ospitante, sia nella scelta dei materiali che in quella degli arredi della cucina, quest'ultima caratterizzata da un layout flessibile, funzionale e adatto a rispondere alle esigenze della pizzeria. Sul fronte si trova il bar a vista e i piani degli impasti, mentre i locali di servizio, come la sguatteria e il magazzino, sono collocati sul retro.
Comunicattive si è occupata di dare corpo, tramite l'allestimento e le scelte degli arredi, al progetto creativo del nuovo ristorante. Alla base di tutto l'idea di un'esperienza food completa, divertente, sana, accessibile che sposa la mission di Berberè: “mangiare pizze artigianali, buonissime, servite gentilmente in posti bellissimi”.
L’allestimento della location, quindi, è uno degli elementi principali del concept. Come nei ristoranti già curati in precedenza sempre da Comunicattive, la clientela entra in un ambiente estremamente connotato, ogni locale ha una sua personalità, caratterizzata da alcuni elementi chiave: colori pop, design essenziale, wall painting alle pareti per immergere la clientela in una food experience polisensoriale.
Per raccontare il mondo di Berberè, incentrato su una pizza di altissima qualità ma sempre popolare e accessibile, si è giocato con elementi contrastanti: cucina essenziale, lineare e pulita e inserimento di elementi divertenti, giocosi, allegri, contemporanei e dai colori accesi.
L’allestimento alle pareti si divide sostanzialmente in due parti: quella in prossimità della cucina, in cui il colore prende il sopravvento e quelle vicino l'accoglienza/ingresso del locale caratterizzate da due grandi interventi di wall painting in stile urban street.
La zona cucina è il regno della creazione della pizza e sulla parete di destra, che in parte la copre, sono stati applicati manifesti multisoggetto in cui vengono raccontati, attraverso una grafica con colori fluo che ricorda i fumetti americani anni '50, i concetti chiave della pizza Berberè, mentre sul lato sinistro, la parete più in vista nel momento in cui il fruitore entra nel locale, è stata applicata una carta da parati con pattern dai colori più tenui in cui campeggia la scritta Berberè pizzeria, ben visibile da tutto il locale.
Nella zona di ingresso sono stati realizzati due wall pianting che accolgono la clientela immergendola nell'esperienza estetica. Per la realizzazione sono state coinvolte nuovamente, come nei precedenti tre locali, le TO/LET (www.to-let.it), coppia di giovani artiste contemporanee attive da anni nell’ambito di public art, street art, fumetto e installazione e conosciute in tutta Italia e in Europa e, per la prima volta, Andrea Bruno, fra i migliori illustratori italiani e fondatore della rivista Canicola. Mentre l'opera delle To/Let gioca con il giallo e il nero e un disegno morbido, quella di Andrea Bruno ha uno stile più urban street dai forti chiaroscuri. L'insegna neon anni '80 riporta la scritta "sono una pizzeria" e si posiziona tra le due opere, marcandone lo spiazzamento. Pareti, colonne, rientranze, spessori, sono stati studiati e utilizzati come fogli da colorare con tinte piene. Tutta la struttura è un articolato incastro di forme colorate con l'obiettivo di creare un contenitore vivace, contemporaneo, caldo e accogliente. Gli arredi, di contrasto all’allestimento generale, sono lineari ed essenziali con tavoli con i piani in formica di colore grigio chiaro che ricordano i banchi da scuola, tavoli di grandi dimensioni in pino naturale che rimandano all'idea di mensa, in contrasto le sedie, seppur minimali, mantengono i colori dell’allestimento: dal giallo limone, al nero, grigio ghiaccio e azzurro acqua marina. Le scelte architettoniche così come quelle degli allestimenti rimarcano aspetti come la convivialità e la condivisione degli spazi, tipici del mangiare insieme, cari a Don Ciotti e alla sua associazione.
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