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12/05/2016 - Tre volte più grande, 300 nuove opere, e la nuova ala si ispira alle caratteristiche morfologiche e metereologiche di San Francisco. Si tratta del Sfmoma, il museo d'arte moderna californiano che, sabato 14 maggio, riapre i battenti, ampliato e rinnovato dopo oltre tre anni di lavori.
L’edificio principale, opera di Mario Botta del 1995, è stato affiancato da una nuova grande ala, posizionata alle sue spalle: un parallelepipedo chiaro dalla pelle increspata, progetto a cura dello studio norvegese Snøhetta, già autore di grandi opere come la Oslo Opera House e il Museo del Memoriale all’11 Settembre di New York.
A detta degli architetti di Snøhetta il Museo d'arte moderna di San Francisco è diventato un “museo estroverso", grazie ad alcuni elementi architettonici tra cui: la facciata, definita da cristalli di silicato della baia di Monterey inseriti nei 700 pannelli in vetroresina, capaci di catturare le diverse sfumature di luce e riprodurre il movimento delle onde; il nuovo giardino delle sculture; la galleria dedicata al Pritzker Center for Photography; le opere che arricchiscono la collezione permanente, tra cui Andy Warhol, Paul Klee, Picasso, Anish Kapoor, Richard Long, Ai Weiwei, Ed Ruscha e Antony Gormley, inclusa una stanza dedicata a Calder.
Le due strutture, dai registri stilistici completamente diversi, sono state ugualmente affiancate con l’intento di generare un dialogo armonico tra le parti e coesione fra vecchio e nuovo.
Il museo è stato realizzato grazie a una campagna di raccolta fondi,ancora in corso, che ha raggiunto 610 milioni di dollari e coinvolto 500 donatori privati. I fondi raccolti saranno destinati ai programmi artistici e educativi.
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Scheda progetto: |
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Snøhetta
SFMOMA
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