07/06/2016 - Darzanàè una parola della Lingua Franca, sviluppatasi come linguaggio comune tra l’XI e il XIX secolo e parlato da marinai, viaggiatori, mercanti e guerrieri che solcavano le acque del Mar Mediterraneo, divenuto principale crocevia per le culture circostanti. Si tratta di una parola ibrida che richiama il turco tersane e l’italiano arsenale, due termini che condividono la stessa origine araba: dara’s-sina, ovvero “luogo dell’industria”.
Analogamente alla Lingua Franca, è possibile definire come “Architettura Franca” un linguaggio architettonico comune che rispecchi appieno il significato dell’intero progetto, volto a evidenziare il patrimonio culturale degli arsenali di Istanbul e Venezia. Una vera e propria sfida a violare quei confini e ad abbattere le barriere che si stanno erigendo in modo crescente tra religioni, lingue, etnie, nazionalità e generi diversi. Un’operazione di elevato profilo culturale, all’insegna del dialogo e della condivisione, pur nel rispetto delle differenti identità.
Ed è partendo da questo concetto che il Padiglione della Turchia, coordinato dalla Fondazione Istanbul per la Cultura e le Arti (IKSV), ospita un’imbarcazione costruita con i materiali di scarto rinvenuti nella vecchia darsena di Istanbul e trasportata a Venezia per suggellare una nuova connessione tra le due città. Bastarda, questo il suo nome, è una nave frutto dell’incrocio tra una galea e un galeone, con vele e remi, interpretato come elemento simbolico di continuità tra i due cantieri navali, quello turco lasciato a deperire nella megalopoli di Istanbul e l’altro rinato nello spazio espositivo di Venezia. Quando la Biennale sarà conclusa, Bastarda tornerà in patria esposta in un museo aperto al pubblico.
Il Padiglione della Turchia si caratterizza per la particolare attenzione al fattore luce, studiato nei minimi dettagli per enfatizzarne sia la specificità architettonico-espositiva sia il concetto ispiratore dell’intero progetto. L'impianto di illuminazione è stato ideato da Zeki Kadirbeyoglu e Seyma Kiliç di ZKLD Light Design Studio e la scelta è ricaduta su alcune soluzioni illuminotecniche fornite da Linea Light Group.
Prodotto chiave utilizzato è Angular della collezione i-LèD: un proiettore potente e dal design semplice e minimale, particolarmente indicato, come nella tradizione di Linea Light Group, per non sovrastare la centralità di quanto va ad illuminare. Caratterizzato da un movimento basculante fino a 90°,Angularè dotato di un pratico indicatore goniometrico al fine di regolarne con precisione l’inclinazione. La sorgente arrayLED garantisce un’ illuminazione nitida ed efficiente, dalle alte performance.
Appositamente studiato per questo progetto uno speciale filtro Honeycomb customizzato, finalizzato a ottenere un duplice effetto: limitare al massimo l’abbagliamento e, allo stesso tempo, garantire un puntamento del fascio luminoso nitido e focalizzato. In aggiunta, sono state posizionate alcune lampade da tavolo Folia della collezione MA[&]DE che, all’elegante forma stilizzata di una foglia dal ricercato design, associano la tecnologia LED in grado di ottenere un elevato risparmio d’energia fornendo luce senza eguali.
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