21/07/2016 - 'Nei materiali utilizzati dall’azienda, quali il policarbonato, il Lentiflex® e il Cristalflex®, Zaha ha trovato quell’alchimia che le ha consentito di disegnare degli apparecchi di illuminazione che hanno la fluidità, l’impalpabile leggerezza, la dinamicità e l’eleganza di un plissé”.
È così che, in un recente articolo Cristina Morozzi ha riassunto la relazione, empatica e profonda, che ha unito Slamp, Zaha Hadide il suo team al 10 di Bowling Green Lane dal 2013. Una relazione che, partita dalle prime collezioni Ariae Avia, ha portato a molteplici istallazioni nei più famosi musei internazionali (Dongdaemun a Seoul, Tokyo Opera House, Dac di Copenhagen) e alla nascita di 2 estensioni di gamma. La prima,Aria Transparent, presentata a Euroluce 2015 e l’ultima, Aria Gold, lanciata sul mercato durante l’ultimo Salone del Mobile di Milano, solo alcune settimane dopo la scomparsa dell’archistar.
Ispirandosi alle sue architetture senza replicarle – prosegue Cristina Morozzi - Zaha è riuscita a creare delle sospensioni decorative, senza ricorrere ai tradizionali artifici della decorazione, utilizzando nella moltiplicazione degli strati lamellari un rigore di tipo matematico.” Aria Gold, l’ultima nata della famiglia, è infatti realizzata con 50 strati di policarbonato metallizzato a vapori di alluminio che avvolgono radialmente la sorgente luminosa centrale a LED. Le 50 “braccia” dello chandelier sono totalmente diverse l’una dall’altra e, pertanto, richiedono un sistema di lavorazione quasi interamente eseguito a mano.
In una recente intervista Luca Mazza (Direttore Creativo di Slamp) ha spiegato come si sia arrivati alla creazione di una collezione che, nonostante la firma dell’archistar, è fedele a uno dei valori fondanti di Slamp: l’accessibilità. “All’inizio Zaha voleva creare un oggetto scultoreo e opulento, di due metri e mezzo di diametro. Sulle dimensioni non ci eravamo proprio incontrati. Ragionando insieme però ha subito compreso la natura del brand e sistemato le proporzioni, senza perdere la sua identità di progettista. Si è seduta accanto a me, quattro colpi da maestro e ha disegnato la forma della lampada Aria. Poi mi ha guardato dicendo sull’illuminazione però entrate in scena voi, perché nessuno meglio di un’azienda di lighting design sa come illuminare un oggetto. E ha esortato: Dammi un consiglio. Mi sono sentito onorato”.
Questo sito non utilizza cookie di profilazione ma solo cookie tecnici per funzionare correttamente e cookie di Analytics per raccogliere statistiche anonime sulla navigazione. Continuando la navigazione su questo sito si accetta la Cookie PolicyX non mostrare pi�