17/07/2016 - “Una navicella spaziale atterra su Prato per captare e divulgare le vibrazioni del tempo presente”. È questo l'incipit del Save the date per l'inaugurazione di Sensing the Waves, la nuova ala del Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci progettata dall'architetto olandese Maurice Nio. L'appuntamento è per il 16 ottobre 2016 a Prato.
Il Centro Pecci sarà l’unica istituzione pubblica dedicata all’arte contemporanea in Italia, e una tra le poche in Europa, a inaugurare un nuovo edificio nel decennio 2010-2020.
Fondato nel 1988 — prima istituzione in Italia con una sede costruita ex novo per esporre, collezionare, conservare, documentare e diffondere le ricerche artistiche più avanzate — il Centro Pecci si appresta a diventare un punto di riferimento internazionale per la sperimentazione dei molteplici linguaggi artistici contemporanei. La sua missione sarà, infatti, quella di indagare tutte le discipline della cultura contemporanea, toccando anche cinema, musica, perfoming arts, architettura, design, moda e letteratura, cercando al contempo di avvicinare il più possibile l’arte alla società.
Commissionato dalla famiglia Pecci nel 2006, il progetto è animato dalla volontà di far proprio il nuovo programma culturale del museo. La raccolta delle opere —costantemente in fieri e orientata negli ultimi anni a privilegiare anche la produzione artistica italiana e regionale— ha sollecitato l’urgenza di nuovi ambienti, destinati a ospitare stabilmente il ricco patrimonio della collezione.
Il progetto di Nio mira a favorire la permeabilità fra il centro e il suo territorio. L’edificio esistente viene integralmente conservato e lasciato intatto in tutti i suoi aspetti. A esso si accosta, in forma di anello, un nuovo volume che, riprendendo il disegno dell’originario parco circostante, si orienta verso la dimensione pubblica.
Grazie alla nuova entrata, al bookshop e al ristorante, situati all’interno di un corpo trasparente al piano terra, il Centro si rivolge all’esterno, sollecita curiosità, invita all’interazione, si apre alla città, mediato da un giardino sperimentale e da una ampia piazza.
Il punto più alto del complesso espositivo è raggiunto da un elemento simile a un’antenna capace, da un lato, di rappresentare la volontà di captare le nuove forme di creatività vive nel territorio, dall’altro di denunciare la presenza importante di un luogo deputato alla loro promozione, di immediata visibilità sia per chi proviene dall’autostrada sia per chi arriva a piedi dalla città.
Fin dalla prima formulazione del progetto, Maurice Nio ha scelto per il nuovo edificio un titolo dal forte sapore evocativo: Sensing the Waves, suggerendo la sua funzione di recettore (e magari anche di trasmettitore) capace di captare e divulgare le vibrazioni del tempo presente.
Sotto l’antenna, una nuova mappa di funzioni e di percorsi lega l’originario edificio di Italo Gamberini a quello di Maurice Nio. Il progetto dell’olandese poggia su un sistematico ripensamento delle funzionalità espositive che si manifestano all’esterno attraverso la realizzazione di un oggetto ambiguo, inaspettato, inusuale che si offre a molteplici chiavi di lettura. Un linguaggio sottile e ragionato che sembra guardare al di là della consueta realizzazione, in ambito internazionale, di centri d’arte come grandi icone urbane.
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