06/12/2016 – Sono stati completati a fine giugno i lavori della nuova sede del Consiglio Europeo a Bruxelles frutto di un concorso internazionale, bandito nel 2004, e vinto da Tommaso Valle con Buro Happold e Samyn and Partners.
Il progetto prevedeva che la nuova sede fosse in adiacenza a quello che era il quartier generale dell’istituzione, attraverso la ristrutturazione e l’ampliamento del blocco “A” del Residence Palace, primo esempio di abitazione collettiva di lusso in Europa, progettato, negli anni ‘20 del novecento, dall’architetto svizzero Michel Polak.
“Il tema era molto complesso:” scrivono i progettisti di Studio Valle “bisognava conciliare l’esigenza di contenere una funzione rappresentativa ed istituzionale con l’idea di realizzare un’architettura dei «Popoli e non delle Nazioni», la voglia di «trasparenza» con l’esigenza di massima sicurezza per gli utenti.
Il programma di gara, era molto chiaro nel merito ma, al tempo stesso, poco dettagliato. Per la seconda fase, cui sono stati ammessi 6 dei 25 gruppi partecipanti, sono stati forniti maggiori chiarimenti sulle esigenze delle sale riunioni e sui livelli di sicurezza richiesti. Questo ha comportato, come si evince dal confronto tra le sezioni di prima e seconda fase, una rivisitazione distributiva del progetto, tale da ampliare gli spazi dedicati alle sale riunioni principali, e la nascita della lanterna, volume generato dalla rotazione di ellissi sovrapposte, ciascuna delle quali generata in base alle esigenze funzionali della sala contenuta.
La volontà progettuale è stata, sin dall’inizio, quella di regolarizzare il fronte strada su Rue de la Loi tramite una doppia facciata, di nuova realizzazione che, richiudendo il perimetro dell’area, si connettesse all’edificio storico generando al tempo stesso un ampio volume interno.
La copertura, del nuovo volume come di quella della parte storica, è sovrastata da un unico ordine di pannelli fotovoltaici. L’edificio ha conseguito la certificazione energetica secondo la procedura Belga “Valideo” ed ha ricevuto il premio internazionale Green Good Design 2009.
Nuovo ed esistente appaiono convivere in un rassicurante equilibrio messo in tensione dalla valenza simbolica delle finestre riciclate, provenienti da tutta Europa, che compongono la pelle esterna e, come in uno scrigno senza tempo, proteggono lo spazio interno dal caos cittadino.
L’involucro esterno lascia solo intravedere il volume delle sale conferenze, che si svela progressivamente con l’avvicinarsi delle ore notturne. La percezione urbana del manufatto, si modifica nel corso della giornata, attraverso il diverso grado di permeabilità della facciata. Con l’avvicinarsi delle ore notturne, all’accendersi delle luci, l’involucro esterno pare smaterializzarsi e cede la scena al volume organico delle sale conferenze.
La 'lanterna' si svela ai passanti e come un faro appare, silenzioso e rassicurante, attraverso la fitta maglia delle finestre riciclate, saldamente intelaiate in cornici d’acciaio. Il gioco di alternanza tra apparizione e sparizione, conferisce al complesso un’immagine dinamica che ogni giorno scandisce il tempo. L’interno dell’edificio mostra la sua vera natura istituzionale, racchiusa, per lo più, in questo oggetto organico che prende forma dalla teoria di sale conferenze, di dimensioni molto diverse tra loro, che si succedono di piano in piano, conferendo al volume il proprio profilo irregolare. Il cuore pulsante dell'Europa che, tra tradizione e modernità, lavora, si organizza e decide, in questi spazi dove non prevale una direzione né un colore, nel tentativo di favorire il senso di libertà e di condivisione. Lo studio del colore, che caratterizza i controsoffitti delle sale riunioni e dei foyer, è stato affidato all’artista belga George Meurant”.
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