21/12/2016 - A Spoleto, in provincia di Perugia, Gian Marco Cannavicci ha curato la ristrutturazione e l'ampliamento di alcuni fabbricati rurali in stato di abbandono, costruiti negli anni '30 e rimaneggiati negli anni '50.
Il progetto ha previsto l'eliminazione di tutte le alterazioni dell’intervento degli anni '50 per recuperare gli elementi caratteristici del fabbricato rurale, riportandolo nella sua dimensione originale in pianta.
"L’ampliamento, realizzato sulla parte superiore del poggio dove il terreno diventa pianeggiante prima di risalire verso la collina, è costituito da un corpo trasparente che funge da attacco tra il vecchio e il nuovo fabbricato, un volume contenente la cucina su cui si innesta un volume inclinato di 30° di forma allungata contenente il soggiorno con lo studio al piano terra e la zona notte al piano superiore" spiega l'architetto perugino.
"Le facciate dell’ampliamento sono trattate ad intonaco di color grigio fango, mentre il volume della cucina è rivestito in cor-ten, materiale utilizzato in vario modo in tutti i fabbricati del complesso per dare un segno di continuità".
Il fienile esistente è stato demolito e ricostruito in posizione parallela al corpo lungo dell’ampliamento del fabbricato principale; il nuovo corpo di fabbrica è rivestito in pannelli di cor-ten nei due lati lunghi.
Un’alternanza di pieni e vuoti segna il fronte sud prospicente la piscina, rivestita in gres di colore verde smeraldo stonalizzato, che digrada verso la nuova vigna e la collina.
Gli arredi sono un mix di mobili su disegno e pezzi vintage degli anni ‘50 e ’60, l’illuminazione è affidata a faretti led di minimo impatto visivo tranne alcuni pezzi di design. Il travertino è stato scelto sia per le pavimentazioni interne che esterne, mentre nelle camere da letto è stato utilizzato rovere termotrattato a listoni; i bagni sono rivestiti in lastre di gres porcellanato di grandi dimensioni e in travertino.
Particolare attenzione è stata rivolta agli aspetti energetici ed ecologici, con un complesso intervento di recupero delle acque piovane, un impianto fotovoltaico da 20 kw per le due pompe di calore che alimentano sia l’impianto elettrico che di riscaldamento ed un solare termico che, oltre a garantire il fabbisogno di acqua calda per l’intero complesso, permette di riscaldare la piscina.
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