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06/02/2017 - L'hotel Duca d’Aosta a Milano è il frutto di un concorso privato a inviti indetto da Reale Immobili, proprietario dell’intero edificio progettato dall’architetto Baciocchi nel 1953.
Il progetto per la ristrutturazione dell’immobile, firmato da Onsitestudio, prevedeva la trasformazione di una struttura per uffici ad albergo a 4 stelle, con circa 200 camere, ristoranti e centro benessere, in funzione dell’ampliamento e del miglioramento del settore ricettivo cittadino in occasione di Expo 2015.
L’intervento si occupa di riqualificare solo una parte dell’edificio complessivo, separato dal corpo restante da un giunto strutturale: il corpo situato tra via Vitruvio e via Torriani, e in particolare la facciata principale su piazza Duca d’Aosta, in fronte al monumentale corpo della Stazione Centrale e in diretta relazione con il Grattacielo Pirelli di Ponti e Nervi, collocato all’angolo opposto della piazza.
Il nuovo edificio rilegge minuziosamente i caratteri del volume storico di Baciocchi, se ne impossessa e li riutilizza come materiale per comporre un progetto la cui dote è soprattutto la capacità di esprimere una presenza urbana, senza manifestare la necessità di aggiungere elementi di novità all’insieme urbano.
La facciata del nuovo edificio si compone di una trama unitaria che esplicita la struttura dell’edificio: gli spessori variabili degli elementi verticali dichiarano proprio tale aspetto e insieme ne caratterizzano l’estetica.
Il ritmo della facciata e la sua profondità sono concepiti a partire dalla misura dell’edificio sostituito, di cui viene raddoppiato il modulo verticale in accordo con la scala monumentale della piazza Duca d’Aosta.
Il progetto, non solo si affida alla storia del suo “precedente”, ma allo stesso tempo guarda alla città storica in cui si inserisce: ne restituisce il suo colore grigio-bruno e propone una forma massiva capace di echeggiare le qualità dell’architettura milanese, ancora una volta in linea con il carattere dell’edificio preesistente.
Il ritmo degli elementi verticali entra così in relazione con le facciate omogenee della città del XX secolo, mentre l’enfasi verticale degli elementi che si assottigliano salendo verso l’alto si riferisce alle strutture murarie storiche e alla struttura stessa del grattacielo Pirelli, che a quel mondo fa riferimento con il corpo massivo in calcestruzzo e con gli elementi verticali rastremati.
L’edificio è stato valutato dalla Commissione per il Paesaggio del Comune di Milano con giudizio favorevole, “apprezzandone la ritrascrizione del vecchio palinsesto dell’edificio esistente in una versione moderna e leggiadra e lo valuta come un esempio positivo di sostituzione edilizia”.
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