08/03/2017 - Hanno avuto inizio oggi a Milano, presso lo Spazio VELUX al MADEexpo, i Talk di Architettura e Luce. Ad inaugurare i quattro giorni di incontri, l’arch. Gino Garbellini dello studio Piuarch con l’intervento dal titolo Lightness.
“L’edificio (moderno) deve rivelare ciò di cui si compone, deve essere ricco di varietà. Come girando attorno ad un monte si vedono boschi, cascate, un paese, una roccaforte, un precipizio, delle piante, un santuario, .... l’edificio deve apparire, girandogli attorno, un paesaggio, uno spettacolo diverso dai suoi diversi punti di vista. E mentre nelle facciate di un edificio antico la prospettiva deformava soltanto un disegno ma non ne cambiava l’aspetto, l’edificio moderno con plurime prospettive deve rivelarsi in diversi aspetti allo sguardo di chi vi gira attorno e che lo penetra attraverso le sue pareti trasparenti in una visione di spazi e non di superfici.”
È con questa citazione di Giò Ponti, tratta da "Amate l’architettura", che esordisce nel suo coinvolgente racconto di come la luce naturale sia trattata nei progetti dello studio.
“La luce è la quarta dimensione di ogni progetto. È un elemento di progettazione, è premessa e conseguenza delle scelte artistiche. Possiamo dire che la luce sia uno dei linguaggi attraverso cui componiamo le nostre visioni e definiamo il carattere dei nostri edifici. È una materia vera e propria: presente, permeabile, persistente, nel divenire naturale come nelle sue manifestazioni indotte dall’uso della tecnologia.
Da sempre Piuarch osserva la luce dedicando ad essa incessanti analisi e riflessioni. Nelle corti interne come nelle facciate, su superfici specchianti come in trasparenza: consentendo che possa filtrare liberamente attraverso lo spazio. Amiamo un’architettura che si regge su una trama di forze invisibili, nella quale lo spazio vuoto sappia essere attore tanto quanto la superficie edificata."
Lightness, Brightness, Transparency, Nature: questi gli elementi che animano le architetture di Piuarch.
Il materiale che consente di rispettare questi elementi, di percepire al meglio gli spazi e di giocare al meglio con la luce è il vetro, utilizzato spesso nei loro progetti per creare pattern ripetuti in maniera rigorosa, quasi ossessiva.
Garbellini ha fatto un excursus attraverso i progetti più rappresentativi dello studio, come ad esempio il Porta Nuova Building (2013) a Milano per il quale sono stati fonte di ispirazione l’Edificio Copan (1966) a San Paolo di Oscar Niemeyer o le sculture architettoniche di Richard Serra.
L’edificio, dalla forma semplice e sinuosa, articola e raccoglie le due diverse volumetrie previste dal piano in un unico elemento segnato da un profondo taglio centrale. Le due facciate sono trattate in maniera differente: quella nord che guarda alla piazza centrale è ritmata da grandi vetrate, mentre quella a sud, dal profilo curvo e sinuoso, è protetta da un sistema di schermi solari costituiti da lamelle di vetro.
Il tema della “trasparenza” è alla base dei vari progetti intrapresi negli ultimi 15 anni per Dolce & Gabbana, del Business Centre Quattro Corti a San Pietroburgo, del Bentini HQ a Faenza, anche se di volta in volta declinati in modalità differenti.
Domani sarà la volta di Cino Zucchi con il Talk dal titolo "Luce e materia: l’architettura come amplificatore meteorologico". L'appuntamento è per le ore 11.30 presso lo Spazio VELUX al MADEexpo (Pad. 4 - Stand A23-C28, Fiera Milano Rho).
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