20/04/2017 - Un luminosissimo appartamento, al quarto piano di uno stabile ottocentesco di via Solferino, ospita la nuova casa milanese di Gabriele Salvatori, nello stesso cortile cui si affaccia lo showroom della sua azienda. Come quest’ultimo, dal quale è separata da poche rampe di scale, Casa Salvatori interpreta l’arte della pietra come estensioni l’una dell’altra. Un concetto che Elisa Ossino, autrice del progetto, è riuscita perfettamente ad esprimere con un intervento che si rivela impeccabile sintesi della storica collaborazione con Salvatori.
“Elisa conosce molto bene lo stile Salvatori – spiega il padrone di casa – e riesce inoltre a capire e dare forma al mio gusto personale. E’ stato spontaneo scegliere lei come partner per la realizzazione degli interni”.
Casa Salvatori nasce con l’idea di aprirsi all’incontro con architetti e designer.
'Succede spesso che una relazione professionale si trasformi in vera amicizia. È una delle cose più belle della vita. Il lavoro si scioglie in un sorriso, la giornata finisce, perché no, uscendo insieme. Ho pensato che sarebbe stato bello poter disporre di un ambiente accogliente e disinvolto, in cui ospitare amici, chiacchierare, mangiare qualcosa e suonare, il mio secondo amore. Qualcuno ha anche suggerito che l’house warming porta fortuna e io non ci ho pensato due volte: facciamolo ora!”.
Con lo stesso approccio, Elisa ci ha invitati a conoscere questo nuovo spazio, raccontandoci nel dettaglio le sue scelte progettuali. “Gabriele Salvatori – racconta – mi ha affidato questo progetto dicendo: “Io sto partendo per l'America. Queste sono le chiavi, fai tu”. La bozza del progetto gli è piaciuta immediatamente, e così siamo partiti”.
Si tratta del primo intervento che racconta la storia di Salvatori, legata alle pietre, ai marmi e alla costante ricerca che l’azienda dedica a questi materiali. I motivi geometrizzanti e il continuo contrasto tra toni freddi e caldi che si inseguono in tutta la casa sono il frutto di un esercizio stilistico che utilizza le superfici in marmo e pietra come grandi canvas su cui disegnare.
La narrazione della storia Salvatori ha inizio non a caso con due grandi pannelli, sospesi a parete nel primo ambiente, che riprendono in chiave contemporanea la tecnica dell'intarsio, trasformandosi in veri e propri quadri tridimensionali.
“Questi quadri geometrizzati – spiega Elisa – sono stati realizzati con intarsi di marmo, tagliati all’acqua e incollati.Un lavoro abbastanza complesso, sia in termini di realizzazione che di ricerca delle lastre, per le quali ho voluto utilizzare colori chiari, intermedi e più scuri per creare questo effetto tridimensionale, come se la luce arrivasse lateralmente”.
Un’altra importante ricerca in questo progetto è stata fatta sul colore. “Visto che la casa racconta il modo di vivere di Gabriele, che ha una grandissima passione per la musica – racconta Elisa – altra ricerca è stata quella dei cromatismi, perché mi sembrava un modo più conviviale per accogliere gli amici nella musica”.
La classicità dell’appartamento, rafforzato da elementi preesistenti come il camino che compare nel living e il pavimento originario di graniglie e cementine, viene così trasformata da una palette molto vibrante, in cui si alternano toni caldi e freddi in un contrasto continuo.
La palette parte dal soffitto della prima stanza. Qui le travi, rinvenute con la rimozione di un vecchio controsoffitto, sono state eccezionalmente dipinte di verde, colore che ritorna sulla superficie verticale della parete successiva e nelle altre stanze nei modi di una variazione tonale. In sala da pranzo un soffitto color mattone, come contrappunto al verde che torna sulla superficie verticale, riprende la pietra posata a terra e lo collega al rosa del corridoio, scelto in contrasto col pattern a pavimento.
Ed è un crescendo di intensità fino a raggiungere la camera da letto, che diventa una scatola totalmente blu interrotta da una griglia verde brillante.
Il disegno della cucina nasce con l’idea di mostrare le capacità di realizzazione e utilizzo del marmo.
“È anche questa – commenta Elisa – risultato di una ricerca progettuale abbastanza complessa. La cucina appare infatti iper minimale, ma in realtà cela un studio piuttosto accurato finalizzato a costruire una cucina con spessori super sottili”.
Il blocco cucina, che propone lo stesso gioco di motivi geometrizzanti che si inseguono in tutta la casa, è trattato come una superficie pittorica, dove la Pietra d’Avola e il Gris du Marais si alternano al Bianco Carrara e al Marmo Rosa Portogallo.
Nei bagni tornano alcune delle texture tipiche di Salvatori, come Tratti, disegnata dalla stessa Elisa Ossino, che prevede moduli diversi con un inserto di ferro nero o ottone.
Gran parte degli arredi e tutti gli oggetti sono stati realizzati dai designer con cui Salvatori collabora da sempre: la collezione Fontane Bianche disegnata da Elisa, con lavabo e specchio, che include anche i rubinetti disegnati per Fantini e alla quale quest’anno sono stati aggiunti anche gli accessori; le lampade disegnate sempre da Elisa ad hoc per questo progetto, ma anche il lavabo e le lampade disegnati da David Lopez, e il nuovissimo tavolo realizzato da Salvatori su progetto di Michael Anastassiades.
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