20/04/2017 - La lampada Harry H. di Carlotta de Bevilacqua e Artemisia, la lampada personalizzabile firmata da Paolo Rizzatto, sono tra le novità presentate quest'anno da Artemide.
'Per la lampada Harry H., sviluppata in collaborazione con Laura Pessoni, mi sono ispirata ad Harry Haller, un personaggio di Herman Hesse dalla doppia personalità. Questo progetto ha infatti due anime: una rivoluzionaria legata alle tecnologie utilizzate, una più convenzionale legata all'emozione e alla bellezza del vetro soffiato.' Carlotta de Bevilacqua
Harry H. è un nuovo cambio di paradigma nella progettazione della luce: una macchina ottica ibrida, che combina fonti LED e OLED. Come con il LED è stato fondamentale progettare senza pregiudizi dettati dall’uso delle sorgenti tradizionali così anche per l’OLED ci troviamo di fronte ad una tecnologia con specifiche peculiarità che lo rendono molto diverso dalle precedenti.
Il prodotto ripensa completamente la luce a partire dalle caratteristiche di questa nuova tecnologia. È un sistema aperto che rompe gli schemi tradizionali, un sistema ibrido che affianca LED e OLED valorizzando i pregi delle due tecnologie e combinandoli per offrire il massimo delle performance per l’uomo e i suoi bisogni. È un’interpretazione della tecnologia più evoluta che si affianca alla tradizione del vetro soffiato artigianalmente.
Artemisia parte dalla volontà di essere un prodotto democratico capace di durare nel tempo grazie ad un attacco universale E27. La struttura è intelligente, come fosse uno scheletro meccanico. Ospita la lampadina al centro e ha due bracci orientabili che portano il paralume. Il paralume è costituito da due superfici piane geometricamente identiche tra loro che definiscono la geometria tridimensionale.
'Artemisia è studiata con un sistema di fissaggio del paralume molto semplice, per cui è possibile cambiare con facilità forme e colori, assecondando qualsiasi caratteristica progettuale. Il paralume assume anche valenza estetica: i disegni stampati sulla superficie modificano il tipo di luce emessa dalla lampada'. Paolo Rizzatto
“La lampadina è il centro del progetto. Il paralume è la forma più risolta del far luce, è lo strumento ottico più antico e universale. Riassume in sé le tre forme della luce: diffusa, diretta ed indiretta' racconta il designer.
L’elemento strutturale resta visibile interrompendo in due punti la superficie diffondente. La struttura interna non è fissa, le aste che sostengono il paralume possono essere inclinate così da definire una geometria generatrice del paralume che va dal cono al cilindro, cambiando non solo la forma ma anche le performances. Le qualità di luce sono definite non solo dalla inclinazione del diffusore che varia la percentuale di luce emessa in modo diretto o indiretto, concentrando o aprendo l’emissione ma anche in base al tipo di materiale e grafica del paralume.
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