18/05/2017 - Mutinapresenta la sua seconda campagna pubblicitaria, che consolida la collaborazione con gli artisti Scheltens&Abbenes. Se con la prima campagna raccontava 10 anni di collezioni realizzate da designer diversi, questa volta il duo si è misurato con tre collezioni: Rombinidi Ronan e Erwan Bouroullec, Numi di Konstantin Grcic e Puzzle di Edward Barber e Jay Osgerby.
Qual è stato il vostro punto di vista per questa nuova campagna?
Quando abbiamo scattato la prima serie per Mutina è stata un’esperienza bellissima, lavorare su una moquette realizzata ad Amsterdam, trasformata da Mutina in vere mattonelle (ceramica) e avere la possibilità di scattarla davvero li. Ci ha permesso di lavoro come sempre ma solo con una collezione per ogni immagine. Che per noi é stata una nuova sfida.
Come avete fatto a lavorare con collezioni singole questa volta?
Abbiamo cercato il modo di rendere la collezione come un insieme. Per esaltare i tratti particolari delle collezioni ma mantenendo un senso di illusione e astrazione, mostrando qualcosa che non è il vero uso delle piastrelle, uscendo cosi dalla loro funzione ordinaria.
Come fanno a dialogare patterns e architettura tra di loro?
Colore, patterns, forme, uno strato di vernice, sono tutte parti del puzzle della costruzione che sembra essere piatta e in 3D allo stesso tempo. Tutti questi elementi insieme, creano il senso dello spazio.
Dopo due anni di collaborazioni conoscete molto bene l’azienda. Potreste dirci di più sul vostro rapporto?
Pensiamo che Mutina capisca molto bene l’importanza di dare spazio al processo creativo. Questo atteggiamento diventa palese in “high and tile collections” e altri progetti speciali di cui loro sono fonte d’energia. Loro si fidano dei loro designers e danno buoni feedback. Ci sentiamo sempre a casa da Mutina!
La collaborazione con il duo olandese conferma la sensibilità di Mutina al mondo dell’arte, insita in quell’approccio sperimentale, che la accompagna da sempre, che concepisce la ceramica come prodotto d’autore. E questo stesso approccio creativo ha determinato quest’anno il coinvolgimento di Mutina nel premio This is not a Prize promosso in collaborazione con Artissima.
Concluso in occasione della Biennale d’arte di Venezia 2017, il premio è stato vinto dal giovane artista Giorgio Andreotta Calò, che è stato in seguito selezionato dalla curatrice Cecilia Alemani come uno dei tre artisti italiani protagonisti del Padiglione Italia. Come previsto dal concept di THIS IS NOT A PRIZE, Mutina ha scelto di supportarlo nella produzione della sua installazione sitespecific: “Senza Titolo (La fine del mondo)”.
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