06/06/2017 - In Senegal, a Keur Bakar, a 200 km da Dakar, TAMassociati ha inaugurato il primo lotto dell’eco-villaggio H2OS, pensato per combattere desertificazione, abbandono ed emigrazione.
Spazi comuni e moduli abitativi autonomi sia dal punto di vista energetico che idrico in un’area in cui la desertificazione rappresenta la più grossa minaccia.
“Desertificazione, abbandono scolastico, emigrazione: H2OS è un progetto che intende ridare speranza a tutte le popolazioni del Sahel Africano - affermano i TAMassociati. È un progetto pilota open-source, replicabile, adattabile e perfezionabile altrove. È il risultato di una collaborazione internazionale, nata dal basso e ispirata da Sunugal - associazione di immigrati senegalesi in Italia -, che via via ha raccolto sempre più adesioni. Ed è destinato a diventare un modello di sostenibilità abitativa per tutto il continente africano, ma adattabile ovunque”.
Il villaggio si trova in un’area priva di elettricità, acqua, servizi scolastici e sanitari. La realizzazione della ‘eco-maison’ chiude la prima fase del progetto:
“La eco-maison comunitaria, cuore del nuovo villaggio – fanno sapere i TAMassociati – sarà una ‘casa della comunità’ dedicata alla ricerca, alla formazione, all’informazione, ai laboratori di arti e mestieri, alla convivialità. Un luogo pubblico e di condivisione, in cui prenderanno forma i primi capisaldi del progetto ecologico: dal recupero delle acque piovane per l’acqua sanitaria all’impiantistica, dal sistema di filtraggio e ventilazione naturale al ‘passive building’, dalla produzione energetica alla fitodepurazione delle acque nere, al circuito
fotovoltaico. Accanto, un pozzo, i lavatoi e un orto biologico comunitario a gestione prevalentemente femminile, irrigato dal sistema di recupero dell’acqua: un vero e proprio ‘giardino comunitario’, in cui le attività di produzione agricola seguiranno i dettami della compatibilità ambientale, alimentare e culturale locale”.
La sfida di progettisti è quella di offrire una proposta nuova per un nuovo tipo di modernità richiesta dal continente, attenta a coniugare autogestione, tradizioni, paesaggio e tessuto sociale con le opportunità offerte dalla migliore progettazione internazionale.
“Una progettazione non invasiva ma partecipata, che sa farsi baluardo e simbolo di diritti – concludono i TAMassociati - quali l’accesso all’acqua, al cibo, alla possibilità di vivere nei luoghi dove si è nati e di allontanarsene per volontà, non necessità”.
Il progetto H2OS è un esperimento di co-sviluppo promosso dal Circolo Sunugal (associazione di migranti senegalesi) di Venezia, sviluppato dalla Onlus Musoco (Venezia) in collaborazione con la Ong USE (Union pur la Solidarité et l’Entraide) di Dakar. È finanziato da CGIL CAAF Nord-Est, 8 per mille Chiesa Valdese, LTA (Livenza Tagliamento Acque), ed è supportato da AUTODESK FOUNDATION (USA). H2OS è sostenuto anche da IdRiCo (Idee per Risorse Collettive), finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia, e dall’associazione provinciale Arci Trieste.
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