09/07/2017 - Sarà lo studio romano Schiattarella Associati a firmare il progetto della nuova Moschea AlJabri nella città di Ha'il, in Arabia Saudita, lungo la King Abdul-Aziz Road, che sarà realizzata su una superficie di 22.500 mq e sarà in grado di ospitare sino a 3000 fedeli.
Un’area strategica, quindi, quella in cui si collocherà il complesso edilizio della Moschea AlJabri di Hail, pensato sia come struttura religiosa che come centro civico e di riferimento per la comunità locale.
Il progetto parte da una approfondita riflessione sul carattere identitario dell'area e sulle relazioni con l’intorno urbano per arrivare a definire i principali elementi formali e architettonici.
Il complesso si sviluppa attorno ad una piazza centrale, chiusa e accogliente, che diventa così un punto di incontro e di interazione, il cui accesso avviene attraverso passaggi coperti e piccoli cortili arieggiati e ombreggiati, in modo da definire un’area conclusa in cui sia possibile godere di momenti di socialità.
Attorno alla piazza, dominata dal grande volume della moschea, si sviluppano attività commerciali, caffetterie e spazi a disposizione della comunità mentre il piano superiore è dedicato ad uffici, biblioteche, scuola coranica e strutture sportive per i giovani.
Il progetto cerca di costituire un piccolo frammento di “città lenta”, in netta dicotomia con il modello di sviluppo urbano degli ultimi decenni. Fortemente orientato verso la gente ed alla creazione di un luogo di socialità, il progetto trova una efficace sintesi tra l’essenzialità della tradizione architettonica Najd ed il linguaggio contemporaneo.
Il volume della moschea, nonostante le sue dimensioni, sembra apparentemente fluttuare sul bacino d’acqua che la circonda; il taglio diagonale al centro della facciata in pietra segna il passaggio simbolico dall'esterno all'interno, la soglia tra lo spazio civile e quello sacro, promettendo e permettendo la dovuta purificazione.
Luogo di sacralità e di meditazione, la sala principale della moschea è penetrata verticalmente dalla luce naturale durante il giorno che, scivolando lungo il perimetro nello spazio intenzionalmente vuoto tra le due pareti, rimbalza da una parete all'altra e scompare diagonalmente nella struttura, illuminandola nel suo limite inferiore.
Al tramonto, la luce artificiale segue lo stesso percorso in ordine inverso, in modo che l’edificio diventi un punto di riferimento dall’esterno e sia visibile anche da lontano. Lo spazio interno è attraversato da luce soffusa e indiretta, che riflette sulla superficie ruvida della parete e penetra profondamente nella Moschea. La luce aumenta la sua intensità mentre si avvicina al Mihrab, ad indicare la direzione verso la mecca.
Il risultato di questo importante progetto è uno spazio dove è la luce, nelle sue varie sfumature, a dominare dalle luminosità piene della piazza, alle ombreggiature dei cortili, alla vibrante penombra dello spazio sacro.
Nel pieno rispetto della tradizione locale la luce costituisce la condizione necessaria per favorire il pieno sviluppo della socialità da una parte, e del raccoglimento e della preghiera dall’altro.
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