11/12/2017 - Mettere la forestazione urbana in cima all’agenda internazionale dei governi e delle istituzioni internazionali e locali e raccogliere adesioni, esperienze e progetti per invertire il cambiamento climatico, favorire la sopravvivenza delle specie viventi e rendere le città più verdi, salubri e piacevoli.
Nel frattempo iniziare con la creazione di nuovi parchi e giardini, la trasformazione dei tetti in prati urbani, dei muri di cinta in facciate verdi e dei cortili in oasi verdi e con il potenziamento dell’agricoltura urbana.
È
l’appello per l’Urban Forestry lanciato dai progettisti del primo Bosco Verticale a Milano, guidati da
Stefano Boeri, in previsione del primo World Forum on Urban Forests promosso dalla FAO (Food and Agriculture Organization), che si terrà dal 28 novembre al 1 dicembre 2018 a Mantova.
L’appello è rivolto ad
architetti, urbanisti, botanici, agronomi, forestali, arboricoltori, paesaggisti, geografi, etologi, studiosi del paesaggio, tecnici, ricercatori ed esperti in cura del verde e forestazione urbana, operatori immobiliari, amministratori e rappresentanti delle istituzioni locali e della società civile, membri e rappresentanti di organizzazioni internazionali, di agenzie di finanziamento, di università e enti di ricerca e ONG.
I progettisti del Bosco Verticale ricordano che
nel 2030 il 60% della popolazione mondiale vivrà nelle città, ma già oggi le città consumano il 75% delle risorse naturali e sono responsabili di oltre il 70% delle emissioni globali di CO2 contribuendo, insieme a quelle di metano e di altri gas serra, al surriscaldamento globale del pianeta.
Tuttavia, foreste e alberi assorbono ogni anno quasi il 40% delle emissioni di combustibili fossili, prodotte in larga parte dalle città. Se un unico albero può portare notevoli benefici alla città e ai suoi abitanti,
un bosco o una foresta urbana possono essere un aiuto straordinario per migliorare la qualità della salute e della vita in una città.
I promotori dell’appello sono convinti che le città hanno l’opportunità di diventare parte integrante della soluzione, aumentando il numero di foreste e alberi per ridurre drasticamente l’inquinamento, il consumo energetico e
l’effetto ‘isola di calore urbano’ e per rendere le città più sicure, piacevoli e salubri.
Un
movimento globale sulla forestazione urbana - secondo gli autori dell’appello - potrà aiutare a impedire che la temperatura globale nel pianeta cresca sopra il tetto dei 2°C, considerata la soglia massima accettabile dagli accordi formulati dalla COP 21 a Parigi nel 2015. “Quindi - affermano - abbiamo il dovere di impegnarci per lanciare una campagna globale sulla forestazione urbana che moltiplichi la presenza di foreste e alberi nelle nostre città”.
La campagna dovrebbe iniziare con queste azioni: proteggere e aumentare le superfici permeabili e verdi nella città, creare nuovi parchi e giardini,
trasformare i tetti della città in prati e orti urbani, trasformare i muri di cinta e le barriere urbane in
facciate verdi, trasformare cortili e vuoti urbani in
oasi verdi, promuovere ovunque orti urbani e potenziare
l’agricoltura urbana, utilizzare le radici degli alberi per bonificare i suoli inquinati, creare una rete di
corridoi verdi (viali alberati, filari...) per connettere parchi, boschi e architetture verdi, moltiplicare il numero di edifici verdi e
Boschi Verticali, creare nuove
foreste orbitali e boschi intorno alle nostre città.
“Se vogliamo invertire il cambiamento climatico, favorire la sopravvivenza delle specie viventi e rendere le città più verdi, salubri e piacevoli,
la forestazione urbana deve diventare una priorità nell’agenda internazionale dei governi e delle istituzioni internazionali e locali” - concludono i progettisti.