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Urban Forestry, la soluzione per migliorare la qualità della vita in città

Urban Forestry, la soluzione per migliorare la qualità della vita in città

Stefano Boeri Architetti, progettisti del Bosco Verticale di Milano, lanciano l’appello per la forestazione urbana

Vedi Aggiornamento del 11/10/2019
Urban Forestry, la soluzione per migliorare la qualità della vita in città
di Rossella Calabrese
Vedi Aggiornamento del 11/10/2019
11/12/2017 - Mettere la forestazione urbana in cima all’agenda internazionale dei governi e delle istituzioni internazionali e locali e raccogliere adesioni, esperienze e progetti per invertire il cambiamento climatico, favorire la sopravvivenza delle specie viventi e rendere le città più verdi, salubri e piacevoli.
 
Nel frattempo iniziare con la creazione di nuovi parchi e giardini, la trasformazione dei tetti in prati urbani, dei muri di cinta in facciate verdi e dei cortili in oasi verdi e con il potenziamento dell’agricoltura urbana.
 
È l’appello per l’Urban Forestry lanciato dai progettisti del primo Bosco Verticale a Milano, guidati da Stefano Boeri, in previsione del primo World Forum on Urban Forests promosso dalla FAO (Food and Agriculture Organization), che si terrà dal 28 novembre al 1 dicembre 2018 a Mantova.
 
L’appello è rivolto ad architetti, urbanisti, botanici, agronomi, forestali, arboricoltori, paesaggisti, geografi, etologi, studiosi del paesaggio, tecnici, ricercatori ed esperti in cura del verde e forestazione urbana, operatori immobiliari, amministratori e rappresentanti delle istituzioni locali e della società civile, membri e rappresentanti di organizzazioni internazionali, di agenzie di finanziamento, di università e enti di ricerca e ONG.
 
I progettisti del Bosco Verticale ricordano che nel 2030 il 60% della popolazione mondiale vivrà nelle città, ma già oggi le città consumano il 75% delle risorse naturali e sono responsabili di oltre il 70% delle emissioni globali di CO2 contribuendo, insieme a quelle di metano e di altri gas serra, al surriscaldamento globale del pianeta.
 
Tuttavia, foreste e alberi assorbono ogni anno quasi il 40% delle emissioni di combustibili fossili, prodotte in larga parte dalle città. Se un unico albero può portare notevoli benefici alla città e ai suoi abitanti, un bosco o una foresta urbana possono essere un aiuto straordinario per migliorare la qualità della salute e della vita in una città.
 
I promotori dell’appello sono convinti che le città hanno l’opportunità di diventare parte integrante della soluzione, aumentando il numero di foreste e alberi per ridurre drasticamente l’inquinamento, il consumo energetico e l’effetto ‘isola di calore urbano’ e per rendere le città più sicure, piacevoli e salubri.
 
Un movimento globale sulla forestazione urbana - secondo gli autori dell’appello - potrà aiutare a impedire che la temperatura globale nel pianeta cresca sopra il tetto dei 2°C, considerata la soglia massima accettabile dagli accordi formulati dalla COP 21 a Parigi nel 2015. “Quindi - affermano - abbiamo il dovere di impegnarci per lanciare una campagna globale sulla forestazione urbana che moltiplichi la presenza di foreste e alberi nelle nostre città”.
 
La campagna dovrebbe iniziare con queste azioni: proteggere e aumentare le superfici permeabili e verdi nella città, creare nuovi parchi e giardini, trasformare i tetti della città in prati e orti urbani, trasformare i muri di cinta e le barriere urbane in facciate verdi, trasformare cortili e vuoti urbani in oasi verdi, promuovere ovunque orti urbani e potenziare l’agricoltura urbana, utilizzare le radici degli alberi per bonificare i suoli inquinati, creare una rete di corridoi verdi (viali alberati, filari...) per connettere parchi, boschi e architetture verdi, moltiplicare il numero di edifici verdi e Boschi Verticali, creare nuove foreste orbitali e boschi intorno alle nostre città.
 
“Se vogliamo invertire il cambiamento climatico, favorire la sopravvivenza delle specie viventi e rendere le città più verdi, salubri e piacevoli, la forestazione urbana deve diventare una priorità nell’agenda internazionale dei governi e delle istituzioni internazionali e locali” - concludono i progettisti.
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