20/12/2017 - uitwaaien, ovvero 'fare una passeggiata all’aria aperta per schiarirsi le idee'. Da questo termine olandese nasce il nuovo progetto video Kristaliadedicato alla collezione di sedute outdoor, realizzato dall'artista Matteo Girola.
Il progetto si struttura in una serie di cortometraggi dove e` lo spazio a dialogare con il prodotto che a sua volta si lascia assorbire e abbracciare senza invalidare la sua funzione, caratteristica cruciale nel lavoro attento alla naturalita` di Matteo Girola. Un dialogo lasciato ad interagire senza suggerimenti, sinonimo di una energia aperta e senza piedistalli, come quella tra Kristalia e il territorio.
'Con la sua attenzione a quali sono gli ambienti nuovi o linguaggi altri che potrebbero essere esplorati, Kristalia ci introduce in un’atmosfera di ricerca, lucida e precisissima, ma allo stesso tempo spontanea e vivace: uno spazio con echi di un’arte contemporanea senza sovrastrutture, leggera, con qualche nota sapientemente ironica che mi fa sorridere quanto il duo di Bristol Harrison and Wood' racconta Girola.
'Buona parte della mia ricerca artistica si e` mossa tra paesaggio, psicogeografia e percezione, e forte di queste origini ho accettato la proposta di Kristalia di lavorare con grammatica autoriale su una selezione di sedute outdoor, durante una delle mie permanenze in Olanda.
Non meno determinante nella scelta e` stato l’interesse che nutro per il rapporto tra artisti e committenza industriale illuminata, da Piero Manzoni e il camiciaio danese Aage Damgaard, fino ai fotografi contemporanei invitati ad interpretare i prodotti di design.
L’acqua, il vento e soprattutto la luce con i suoi cambiamenti sono gli elementi connessi che formano la cultura visiva olandese; sempre presenti nelle ambientazioni scelte sulla costa tra Den Haag e Rotterdam, dove il mare del nord sfida la lunga diga che protegge i Paesi Bassi.'
Uitwaaien si delinea in “episodi”, come in un diario di bordo, ciascuno con il suo sottotitolo annotato (citando titoli di canzoni, in omaggio al rapporto tra Kristalia e la musica), dove le sedute sono parte del viaggio stesso: a partire dalla sabbia sollevata in una giornata di mare grosso, passando dalle dune sulle quali un ammiraglio faceva chilometri in bicicletta, fino all’atelier dove una nonna dipinge.
Uitwaaien – when the wind blows (David Bowie)
La spiaggia dell’Aia in un giorno di forte vento, che solleva la sabbia ed anima i kitesurfers, arrivati dalla citta` pedalando con la tavola sotto braccio.
Uitwaaien – sand dunes and salty air (Groove Armada)
Le dune di sabbia a Wassenaarse Slag che proteggono i Paesi Bassi dal mare aperto e che conservano patrimoni locali di flora e fauna.
Uitwaaien – quayside synthesis (The Chemical Brothers)
La banchina del vissershaven (porto di pesca) di Scheveningen e` punto di folto passaggio grazie anche alla nota gastronomia che vende pesce fritto.
Uitwaaien – imaginary landscape (John Cage)
Ai bordi del Celestial Vault, un opera ambientale di James Turrell del 1996 nei pressi di Kijkduin perfettamente integrata con il paesaggio.
Uitwaaien – blow up the outside world (Soundgarden)
Una giornata di sole e nuvole in casa. Spesso le grandi finestre delle case olandesi che raccolgono quanta piu` luce possibile, non nascondono ma anzi si offrono all’esterno come piccoli teatri di famiglia.
Uitwaaien – new world coming (Nina Simone)
Sul Wilhelminapier, a pochi passi da Hotel New York a Rotterdam. L’Hotel fu sede della Holland America Line, una delle principali linee di trasporto dall’Europa agli USA, porto` verso il nuovo mondo almeno 850.000 migranti.
Uitwaaien – castles made of sand (Jimi hendrix)
L’arrivo del temporale presso il Maasvlakte 2, un estensione del porto di Rotterdam di 2000 ettari creata sui terreni bonificati dietro una diga di 4km.
Uitwaaien – simple things (Zero 7)
Il sole forte e limpido del pomeriggio va sfruttato prima che lasci spazio, appena dopo il tramonto, alle temperature piu` rigide, anche d’estate.
Uitwaaien – grandma’s hands (Bill Withers)
L’ora dell’aperitivo nell’atelier di una pittrice che parti` dalla Sardegna a meta` del secolo scorso, per proseguire a fianco di un comandante della marina militare dei Paesi Bassi.
Matteo Girola indaga le nozioni di spazio, di interno-esterno, le zone di confine, esplorando gli usi dell’immagine legati alle nuove tecnologie e ai social network e sondando le possibilita` di creazione di una ‘comunicazione fotografica’ vera e propria.
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