14/12/2017 - A Rossa, un villaggio delle Alpi svizzere a 1100 metri di altitudine, sorge la Swiss House disegnata da Daniel Buren e Davide Macullo, in collaborazione con Mario Cristiani – Galleria Continua.
Si tratta di un’opera d’integrazione tra arte e architettura, una scultura abitabile e un’architettura che rappresenta l’impegno costante di costruire nel rispetto dei luoghi.
Spiega Davide Macullo: "Swiss House si pone spazialmente lungo una linea di volumi di case patrizie che formano un agglomerato attorno alla chiesa del villaggio. Con il nuovo volume si sottolinea questo asse sia in modo fisico (ripresa del volume "patrizio") che concettuale.
La croce in proiezione verticale, l'arrotondamento degli spigoli e la semplice torsione del tetto rendono dinamico e rivisitano l'archetipo della "casa". Quella disegnata dai bimbi: due linee verticali, due falde diagonali, dei buchi per far entrare la luce. È la stessa cosa-casa, ma completamente diversa.
È l'archetipo reinventato per testimoniare che le ragioni del fare sono inesauribili e che gli edifici sono la nostra arte pubblica, così come la natura che ci circonda non è sempre la stessa, ma cambia e assume nuovi significati a seconda di come la osserviamo".
Ogni singola apertura è calibrata e orientata su scorci di paesaggio scelti. Ogni punto di vista è diverso e suggerisce percezioni diverse.
Le parti interrate sono in calcestruzzo armato, il volume superiore interamente in legno, evita di rileggere la tipologia costruttiva tradizionale delle alpi, ma la utilizza così com’è.
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