Yvonne Farrell, Shelley McNamara_Photo by Andrea Avezzu'_Courtesy of La Biennale di Venezia
08/03/2018 - È stata presentata al pubblico la 16. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia (26 maggio - 25 novembre 2018), dal titolo FREESPACE. A curare l'edizione di quest'anno Yvonne Farrell e Shelley McNamara, fondatrici dello studio irlandese Grafton Architects.
«Con l'obiettivo di promuovere il 'desiderio' di architettura» il Presidente Baratta ha spiegato che questa edizione pone al centro dell'attenzione la questione dello spazio, della qualità dello spazio, dello spazio libero e gratuito. Con grande chiarezza si indica il parametro di riferimento fondamentale. «La volontà di creare FREESPACE può risultare in modo specifico come caratteristica propria di singoli progetti. Ma Space, free space, public space possono anche rivelare la presenza o l'assenza in genere dell'architettura, se intendiamo come architettura il pensiero applicato allo spazio in cui viviamo e abitiamo. E la Mostra ci darà esempi, insegnamenti e motivi di discussione. E noi siamo grati a Farrell e McNamara per avere accettato il nostro invito e per la loro coraggiosa scelta che arricchisce con un anello importante la catena delle Mostre tenute in questi anni.»
Yvonne Farrell e Shelley McNamara hanno utilizzato il Manifesto FREESPACE, diffuso a giugno del 2017, come punto di riferimento per la realizzazione della Mostra:
"FREESPACE rappresenta la generosità di spirito e il senso di umanità che l’architettura colloca al centro della propria agenda, concentrando l’attenzione sulla qualità stessa dello spazio.
FREESPACE si focalizza sulla capacità dell’architettura di offrire in dono spazi liberi e supplementari a coloro che ne fanno uso, nonché sulla sua capacità di rivolgersi ai desideri inespressi dell’estraneo.
FREESPACE celebra l’abilità dell’architettura di trovare una nuova e inattesa generosità in ogni progetto, anche nelle condizioni più private, difensive, esclusive o commercialmente limitate.
FREESPACE dà l’opportunità di enfatizzare i doni gratuiti della natura come quello della luce – la luce del sole, quella lunare, l’aria, la forza di gravità, i materiali – le risorse naturali e artificiali
FREESPACE invita a riesaminare il nostro modo di pensare, stimolando nuovi modi di vedere il mondo e di inventare soluzioni in cui l’architettura provvede al benessere e alla dignità di ogni abitante di questo fragile pianeta.
FREESPACE può essere uno spazio di opportunità, uno spazio democratico, non programmato e libero per utilizzi non ancora definiti. Tra le persone e gli edifici avviene uno scambio, anche se non intenzionale o non progettato, pertanto anche molto tempo dopo l’uscita di scena dell’architetto gli edifici stessi trovano nuove modalità di condivisione, coinvolgendo le persone nel corso del tempo."
Il Manifesto «Si è dimostrato uno strumento solido» hanno dichiarato. «Ci è servito come misura e come guida per trovare una coesione nella complessità di una Mostra di enormi dimensioni.»
La Mostra FREESPACE si articolerà, tra il Padiglione centrale ai Giardini e l'Arsenale, includendo 71 partecipanti, di cui cinque italiani:
- Marco Pogacnik (Venezia, Italia)
- Cino Zucchi Architetti (Milano, Italia)
- Francesca Torzo Architetto (Genova, Italia)
- Laura Peretti Architects (Roma, Italia)
- Maria Giuseppina Grasso Cannizzo (Vittoria – Ragusa, Italia).
Ai 71 partecipanti saranno affiancati quelli raccolti in due sezioni speciali:
- Close Encounter, meetings with remarkable projects (16 partecipanti) presenterà lavori che nascono da una riflessione su progetti noti del passato
- The Practice of Teaching (13 partecipanti) raccoglierà lavori sviluppati nell'ambito dell'insegnamento.
A proposito di queste sezioni le Curatrici hanno spiegato di aver scoperto «invenzione e creatività alla micro e alla macro scala: edifici storici rigenerati dall'intelligenza degli architetti; edifici dimenticati rivisitati e riportati alla vita; tipologie trasformative dell'abitare; necessità infrastrutturali tradotte in strutture pubbliche e civiche.» Inoltre, «una componente essenziale per assicurare la continuità della tradizione in architettura è la pratica dell'insegnamento. Molti dei professionisti invitati sono attivi nel campo della didattica. Il mondo del fare e del costruire si fonde con il mondo dell'immaginazione che viene così valorizzato in Mostra. Quando abbiamo scritto il Manifesto, volevamo che contenesse soprattutto la parola spazio. Volevamo scovare anche nuovi modi di utilizzare le parole di ogni giorno, che potessero in qualche modo portarci tutti a ripensare il contributo aggiuntivo che noi, come professionisti, possiamo fornire all'umanità. Per noi l'architettura è la traduzione di necessità - nel significato più ampio della parola - in spazio significativo. Nel tentativo di tradurre FREESPACE in uno dei tanti splendidi linguaggi del mondo, speriamo che possa dischiudere il 'dono' che l'invenzione architettonica ha la potenzialità di elargire con ogni progetto. La traduzione ci permette di mappare e di rinominare il territorio intellettuale e quello vero. La nostra speranza è che la parola FREESPACE ci permetta di sondare le aspirazioni, le ambizioni e la generosità dell'architettura».
La Mostra sarà affiancata da 65 Partecipazioni nazionali negli storici Padiglioni ai Giardini, all'Arsenale e nel centro storico di Venezia. Sono 7 i paesi presenti per la prima volta alla Biennale Architettura: Antigua & Barbuda, Arabia Saudita, Guatemala, Libano, Mongolia, Pakistan, e Santa Sede (con un proprio padiglione sull'Isola di San Giorgio Maggiore).
Il Padiglione Italia alle Tese delle Vergini in Arsenale sarà curato Mario Cucinella con il titolo di Arcipelago Italia. Anche per questa edizione si prevedono selezionati Eventi Collaterali, proposti da enti e istituzioni internazionali, che allestiranno le loro mostre e le loro iniziative a Venezia in concomitanza con la 16. Mostra Internazionale di Architettura.
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