21/03/2018 - L’architetto Stefano Boeri è indagato in quanto direttore dei lavori nel caso che ha portato al sequestro preventivo del centro polivalente di Norcia, progettato a seguito al terremoto del 30 ottobre 2016. Oltre a Boeri è indagato anche il sindaco di Norcia Nicola Alemanno.
Il centro polivalente di Norcia, chiamato “Norcia 4.0”, è stato sequestrato su richiesta della Procura di Spoleto perché costruito senza i necessari permessi della Sovrintendenza in un’area sottoposta a tutela paesaggistica: si trova infatti all’interno del Parco dei monti Sibillini, sito di interesse comunitario.
A loro viene contestato che il centro polivalente sia stato realizzato "in assenza del necessario permesso a costruire e dell'autorizzazione paesaggistica". I magistrati hanno rilevato quella che a loro avviso è la non temporaneità della struttura, costruita invece con le procedure dell'emergenza-urgenza che ne sono alla base.
Il centro sarebbe un’opera definitiva e non provvisoria, in deroga alla normativa per la gestione dell’emergenza post terremoto. Costruito in tempi record, era stato inaugurato il 30 giugno del 2017 e da allora ha ospitato il consiglio comunale, vari convegni, la stagione teatrale e altre cerimonie pubbliche.
La struttura è considerata uno dei simboli della rinascita della città di San Benedetto, realizzata grazie ai fondi raccolti dalla campagna "Un aiuto subito terremoto centro Italia" portata avanti dal Corriere della Sera e TgLa7.
“Struttura in classe 4 che significa il massimo della sicurezza, - ha dichiarato Stefano Boeri - l’abbiamo fatta in legno che è un materiale elastico e leggero, dalle grandi garanzie, che richiede un basamento che abbia un certo peso. Abiamo pensato ad un basamento che, invece di essere una colata di cemento, è fatto di travi in cemento armato per lasciare ampi spazi permeabili. Mettere in discussione che abbiamo fatto una struttura di sicurezza, in sicurezza e smontabile, è veramente molto difficile. Sono sereno e tranquillo. Credo che si tratti di un gigantesco equivoco”.
Come tentare di superare questo paradosso? Una raccolta di firme on-line chiede, intanto, il dissequestro del centro polivalente di Norcia è stata avviata. A fare questo è stato il professore Emilio Battisti, architetto e già ordinario del Politecnico di Milano alla Scuola di Architettura.
La petizione in pochi giorni ha raggiunto 804 sottoscrizioni.
Questo il post Facebook pubblicato in questi giorni sulla pagina dello studio Stefano Boeri Architetti:
"NON dovrebbe essere un reato lavorare gratuitamente con i soldi raccolti tra i privati cittadini italiani, rispondendo ad un’ordinanza del Comune e della Protezione Civile, e realizzare in tempi rapidissimi un’opera pubblica antisisimica,
di sicurezza massima, temporanea e di qualità, per una comunità che dopo il terremoto ha perso tutti i suoi spazi ad uso collettivo.
NON dovrebbe essere un reato aver immaginato e contribuito a realizzare una piccola architettura in legno che, finché dura l’emergenza (cioè fino a quando non si ricostruiscono gli spazi collettivi), non solo serve da rifugio in caso di nuove scosse, ma ospita anche le recite delle scuole, i consigli comunali, gli spettacoli teatrali.
NON dovrebbe essere un reato sforzarsi, in uno spirito di totale volontariato, per fare della propria architettura una disciplina che contribuisce a migliorare la vita di decine famiglie colpite dal dramma del terremoto".
Per l’Istituto Nazionale di Architettura: "il sequestro del ‘padiglione delle esposizioni’ di Norcia progettato dall’arch. Stefano Boeri è un atto incomprensibile.
Quanto accaduto è sintomatico dei paradossi della normativa urbanistica italiana: un coacervo di leggi, regole, vincoli contradditori che paralizzano i processi virtuosi di trasformazione del territorio mentre non impediscono la realizzazione di scempi dei nostri paesaggi e delle nostre città.
L’edificio di Norcia è un’opera di Architettura di qualità, attenta ai valori paesaggistici del contesto e che ha saputo interpretare la flessibilità e la temporaneità costruttiva della prefabbricazione in legno rispondendo con intelligenza al programma funzionale all’origine dell’intervento.
Questa vicenda testimonia come in Italia il sistema normativo sia diventato, per molti aspetti, del tutto astratto ed autoreferenziale, senza più alcuna attenzione al merito delle scelte di intervento sul territorio.
Per l’IN/ARCH il centro polivalente di Norcia, al di là delle interpretazioni normative, non può essere in alcun modo considerata un’opera ‘abusiva’ ma, al contrario, un raro esempio virtuoso di realizzazione di un’Architettura - una volta tanto – in tempi rapidissimi, con una attenzione alla qualità dell’opera e con un alto valore civile e solidale.
L’IN/ARCH si augura che possa essere presto chiarito l’equivoco che ha condotto al sequestro e che l’edificio possa essere restituito alla comunità di Norcia”.
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