16/05/2018 - Oluce presenta AtolloArte, un progetto curato da Nicola Di Battista e sviluppato con la collaborazione della Fondazione Vico Magistretti, per celebrare i 40 anni dell’iconica lampada Atollo.
Enzo Cucchi, Mimmo Paladino, Michelangelo Pistoletto ed Ettore Spalletti - quattro maestri dell’arte contemporanea - sono stati chiamati a 'rendere omaggio alla lampada di Magistretti realizzando un proprio lavoro che partisse dalla lampada stessa e che raccontasse anche della loro maniera d’intendere l’arte', racconta Nicola Di Battista.
'Giusto due anni orsono, avevamo già provato a mettere insieme questi stessi artisti con degli architetti e, quella volta, avevamo chiesto loro di realizzare dei lavori ospitati dentro delle vere e proprie architetture temporanee. Ne è risultata una manifestazione, Arch and Art, che ha costruito nei giardini della Triennale di Milano una piccola città, composta da architetture di David Chipperfield, Eduardo Souto de Moura, Hans Kollhoff, Michele De Lucchi e Francesco Venezia, per contenere, rispettivamente, i lavori degli artisti Michelangelo Pistoletto, Jannis Kounellis, Mimmo Paladino, Enzo Cucchi ed Ettore Spalletti.
Anche questa volta allora, per celebrare il lavoro di Vico Magistretti, ci siamo rivolti agli stessi artisti. Purtroppo nel frattempo Jannis Kounellis è venuto a mancare e, per questo, i contributi sono oggi solo quattro.Ognuno di questi quattro maestri dell’arte contemporanea – Pistoletto, Paladino, Cucchi e Spalletti - ha reso omaggio, a suo modo, alla lampada Atollo di Magistretti, realizzando un proprio lavoro che partisse dalla lampada stessa e che raccontasse anche della loro maniera di intendere l’arte.
Il risultato di questo esercizio ha prodotto delle proposte che rappresentano altrettanti punti di vista, molto differenti tra loro sia per forma che per contenuti, ognuna però capace di esprimere una certa idea dell’arte in maniera chiara e perentoria, ma anche un discorso sull’arte e su quanto essa possa fare, o anche decidere di non fare; ne viene fuori, alla fine, un omaggio sincero e non di facciata alla forma iconica dell’Atollo, declinato dalle varie sensibilità degli artisti che si sono prestati a partecipare a questo gioco, in maniera molto seria. Per questo li ringraziamo di cuore.
Abbiamo allora chi, come Mimmo Paladino tocca in maniera profonda la forma della lampada, riprogettandone l’intera configurazione spaziale e creando così un oggetto completamente nuovo; oppure chi, come Ettore Spalletti, aggiunge alla lampada un lieve segno sulla sua curva perfetta, che semplicemente la accarezza; o ancora chi, come Michelangelo Pistoletto, sceglie di aggiungere alla lampada originale un’altra forma, che ci spinge a pensare criticamente all’idea stessa di luce artificiale; o infine chi, come Enzo Cucchi, ritiene la lampada non modificabile nella sua perfezione formale e allora si occupa solo di ridisegnarne l’imballaggio.
Lavori unici, senza eguali, che nell’insieme compongono una riflessione squisitamente artistica. Lavori capaci di farci comprendere appieno e in maniera magistrale la complessità di una forma e, nel contempo, le problematicità del mondo che la circonda.Infine, su un’idea di Enzo Cucchi - subito condivisa da tutti gli altri - oltre ai quattro lavori artistici, si è deciso di realizzare il quinto lavoro che mancava all’appello, quello di Jannis Kounellis. Un omaggio che gli stessi artisti hanno voluto rendere all’amico scomparso, coinvolgendo anche l’amata compagna di Jannis, Michelle Coudray, che ha selezionato per noi un disegno di Kounellis. Questo disegno, insieme agli altri appositamente realizzati dagli amici, vanno a comporre il quinto lavoro, quello che mancava, diventando così un omaggio nell’omaggio.'
Accanto ai progetti degli artisti protagonisti del progetto AtolloArte, l’azienda ha voluto rendere omaggio alla Atollo realizzando la storica lampada in una versione in portoro, prezioso marmo italiano originario della zona ligure di Porto Venere. Questo pezzo spettacolare è stato realizzato partendo da un singolo blocco di pietra, intagliato e rifinito dalle migliori eccellenze italiane tra i maestri marmisti. L’utilizzo specifico del portoro - caratterizzato da un nero intenso e venature dorate - ha voluto aggiungere alle geometrie essenziali della lampada di Magistretti un carattere più spiccatamente decorativo e scultoreo, sottolineando il carattere celebrativo di questo esemplare.
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