Dopo quasi sette anni di lavorazione e 41 milioni di dollari investiti, il nuovo Institute for Contemporary Arts firmato Steven Holl Architects, è stato recentemente inaugurato.
Le origini del ICA risalgono al 1931, quando la Scuola d’Arte del VCU aprì la Anderson Gallery, la prima galleria pubblica d’arte a Richmond. Quando nel 2012, l’istituzione annunciò la realizzazione di una nuova sede espositiva, l’incarico fu stato affidato ad Holl.
Situato ai margini del campus della Virginia Commonwealth University (VCU) a Richmond, il nuovo centro espositivo per l’arte contemporanea si pone come polo di collegamento tra l’università e la comunità circostante, mostrandosi come grande varco d’accesso sull’incrocio più trafficato della città statunitense.
Come risorsa universitaria, l’ICA collegherà campus e artisti contemporanei, sostenendo comunità creative locali, coinvolgendo una rete internazionale di artisti e organizzazioni contemporanee e incoraggiando collaborazioni con dipartimenti, facoltà, studenti e l'intera comunità di Richmond.
“L’edificio” – ha affermato Steven Holl riferendosi al progetto – “è un’esperienza di movimento nel tempo, all’esterno e all’interno. Avvicinandosi a piedi da ovest il museo si sviluppa in un vortice di prospettive mutevoli, arrivando invece in auto da nord, est o sud, la geometria a doppia torsione verticale segna una landmark, che cambia forma".
L'intero complesso è costituito da sette volumi disposti “a raggiera” e internamente suddivisi su tre livelli. Holl ha concepito questa forma ispirandosi al concetto di “tempo biforcato” espresso da Jorge Luis Borges nel racconto “Il giardino dei sentieri che si biforcano”, per simboleggiare la natura multiforme dell’arte contemporanea: " l‘idea di tempo biforcato ci suggerisce che nel mondo dell’arte contemporanea coesistono molti tempi paralleli” (Steven Holl).
L’ ICA, di 3800 metri quadrati di superficie complessiva, è formato da un’ampia aula d’ingresso (il Forum), quattro sale espositive flessibili di forma e dimensioni differenti, un teatro e sala conferenze a gradoni da 247 posti, uffici amministrativi, una caffetteria e un negozio; un quarto piano interrato ospita depositi e spazi per la preparazione delle mostre.
La scelta dei materiali di rivestimento, insieme alla disposizione fluida dei volumi e alla leggera torsione della torre, esalta la presenza mutevole e dinamica dell’edificio. Il vetro traslucido opaco esterno cambia la sua percezione da opaco monolitico a multiuso traslucido, a seconda della luce. Di notte, i piani luminosi di vetro oscurato attivano il rivestimento esterno trasformando i volumi in una lanterna, sulla quale possono essere riprodotte proiezioni video, che animano l’esterno con arte, incontri e programmi pubblici.
L’architettura dell’ICA non è soltanto uno strumento per mostre, spettacoli, simposi ed eventi della città: è anche un esempio di edificio sostenibile in categoria LEED Gold, riscaldato e raffreddato grazie a pozzi geotermici.
|