19/06/2018 - Opera di FABBRICANOVE, studio di architettura con base a Firenze, il Nuovo Auditorium della Banca di Credito Cooperativo "G. Toniolo" di San Cataldo, in provincia di Caltanissetta è la prova di una possibile e fertile convivenza fra memoria urbana e Architettura contemporanea.
Il progetto del nuovo volume nasce dalla volontà di creare un luogo pubblico per eventi culturali aperti alla cittadinanza, oltre che per accogliere incontri di tipo aziendale. Un luogo rappresentativo nel quale gli abitanti possano riconoscersi, ritrovarsi, scoprire nuove opportunità per lo scenario urbano che li circonda, intorno a una rinnovata dimensione della cultura.
L'intervento affronta la delicata questione dell'inserimento di un manufatto a vocazione contemporanea lungo l'arteria principale di un centro storico consolidato. Il dialogo aperto con la Sovrintendenza ha contribuito a mettere a punto una soluzione interessante: l'originaria facciata storica, crollata in seguito ai cedimenti della preesistenza, viene ripristinata con gli originari elementi architettonici, così come richiesto dalla Sovrintendenza, e diviene nel progetto una quinta scenica e urbana che filtra il volume del nuovo auditorium. "L'intero auditorium è concepito come un voluminoso monolite incastonato che emerge e si svela sul retro e verso l'alto, nella copertura", racconta FABBRICANOVE.
La nuova architettura non è celata, anzi c'è un punto in cui, lungo la perpendicolare al corso (via Dante), la facciata ricostruita si interrompe e il nuovo volume si rivela: passato e presente si confrontano in un corto circuito che invita a una nuova e originale lettura del tessuto urbano e della sua architettura.
I progettisti hanno scelto il grigio antracite per il rivestimento dell'auditorium con l'obiettivo di renderlo visibile, di permettergli di giocare un ruolo attivo nella compagine urbana, di creare un dialogo con la storica facciata ad intonaco chiaro ricostruita sul corso. "Il progetto propone una modalità di inserimento nel contesto non invasiva ma decisa, chiara, leggibile come 'sovrapposizione' e che quindi non rinuncia alla espressività del linguaggio contemporaneo", spiegano gli architetti.
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