19/07/2018 - Sette studi di architettura, selezionati in tutto il mondo, presenti a Roma per partecipare, con i propri progetti, alla fase finale del Concorso internazionale di architettura per il raddoppio degli spazi del Campus Bio-Medico della Capitale.
Il concorso è stato indetto nel 2017 dall’Università Campus Bio-Medico di Roma per realizzare il Piano di sviluppo “piùCampus 2015-2045”, che raddoppierà le attività, i servizi offerti e gli spazi dedicati alle tre dimensioni fondamentali dell’Ateneo: didattica, ricerca e assistenza medica.
L’obiettivo finale è quello di realizzare, con gradualità, il “Campus del futuro”: da un simulation center a spazi dedicati alla didattica innovativa anche per nuove facoltà dipartimentali e servizi centrali (smart working), da una residenza sanitaria assistita con attività di hospice agli alloggi per gli studenti, arrivando alle strutture sportive e ad ampi spazi di studio, socialità e aggregazione.
I sette gli studi sono:
- Atelier(s) Alfonso Femia
- Diller Scofidio + Renfro con Alvisi Kirimoto Partners
- El Equipo Mazzanti
- Labics + Topotek 1
- Mario Cucinella Architects
- Sauerbruch Hutton
- Xaveer De Geyter Architects.
Atelier(s) Alfonso Femia
“Viridi Scripturas / Green Flow(er)S. Tomorrow Is The Yesterday Future”
Un campus organizzato in quattro aree tematiche lungo un asse nord-sud che lega Trigoria e il Parco di Decima insieme a una serie di edifici diversi per geometrie e organizzazione interna. La scelta è di avere architetture eterogenee che rappresentino la ricchezza e varietà di un vero insediamento abitato.
Diller Scofidio + Renfro and Alvisi Kirimoto Partners
“A seed for the Campus growth”
Due assi perpendicolari attorno a cui si concentrano strutture di collegamento attrezzate sospese da terra, piazze e una serie degli edifici con funzioni ed usi differenti e flessibili, definiscono il cuore del nuovo campus. Le nuove architetture si concentrano soprattutto verso Trigoria, mentre il fianco che guarda verso il Parco di Decima diventa una grande area verde attrezzata per spazi pubblici e aree agricole.
El Equipo Mazzanti
“Living Campus”
Un Campus Universitario è basato su di un sistema flessibile e aperto di edifici modulari pensati per cambiare nel tempo e adeguarsi alle necessità di un organismo che cambia e si evolve. I moduli sono pensati come forme naturali, incapaci di vivere autonomamente, ma immaginate come sistemi che crescono in sinergia con gli altri, alternando spazi abitati a luoghi pubblici per le diverse comunità.
Labics + topotek 1
“Horti Academici”
Il Campus è immaginato seguendo la griglia tradizionale della centuriazione romana, una traccia che viene dalla Storia per costruire futuro. Un sistema di due piazze attorno a cui si concentrano i nuovi edifici per l’università e la ricerca è il nuovo cuore pubblico del campus e centro da cui si irradierà lo sviluppo degli spazi comuni e dei nuovi edifici nei prossimi decenni.
Mario Cucinella Architetti
“Nature, human, knowledge”
Il campus è immaginato intorno a un sistema di due assi ortogonali principali che strutturano il nuovo complesso in cui gli elementi naturali e un sistema di spazi aperti continui diventano l’anima di tutto il complesso. La scelta è di non avere edifici dominanti ma un sistema diffuso di architetture flessibili e modulari che si combinano secondo le esigenze dell’università nel tempo.
Sauerbruch Hutton
“Livelli di apprendimento – layers of learning”
Il campus è organizzato intorno a un sistema a griglia che organizza edifici, spazi e funzioni differenti che si affacciano su di un asse centrale a verde pubblico, vero cuore di tutto il complesso. Primo intervento è un grande edificio a corte, con spazi trasparenti e flessibili in cui la luce naturale è filtrata da una serie di setti in legno colorati che generano atmosfere che cambiano a seconda delle stagioni.
Xaveer De Geyter Architects
“POTENTIA Trium”
Il piano generale del campus è organizzato intorno a una griglia regolare che si affaccia su di una importante striscia di verde centrale, cuore comunitario e simbolico del campus. Un unico, grande edificio sospeso da terra è il primo intervento immaginato per avviare la realizzazione del campus. Una piastra che libera il terreno pubblico e che incrocia nei due livelli superiori funzioni e tempi differenti per una comunità fluida e complessa.
|