20/09/2018 - L’intervento di via Paleocapa 7 nasce con l’obiettivo di ridare luce all’edificio milanese realizzato alla fine degli anni '40 da Pietro Lingeri. Scandurra Studio ha deciso di rendere la struttura uno spazio aperto sulla città dando vita ad un giardino interno e introducendo una piazzetta 'metafisica', così definita dallo stesso Alessandro Scandurra, che accoglierà i passanti affacciati sul percorso pubblico lungo la via che percorre il viale della Triennale.
La scoperta delle foto di cantiere d’epoca, insieme allo studio e alla ricerca delle caratteristiche originali dell’edificio, hanno rivelato la chiarezza e la semplicità formale che si era persa in successivi rifacimenti e ristrutturazioni negli anni. Per questo motivo la prima scelta dell’architetto Alessandro Scandurra è stata il riproporzionamento delle aperture della facciata, a cui si sono aggiunti il disegno del cancello su via Paleocapa e della pensilina di ingresso.
Si tratta di elementi nuovi che dialogano con le proporzioni di quelli preesistenti e donano all’edificio un rinnovato rigore estetico e formale, in continuità con la scuola milanese, che unisce alla pragmaticità una forma lieve sulle facciate e sui dettagli tecnici, dando vita ad edifici caratterizzati da una bellezza rarefatta, tesa, e rigorosa.
Il giardino è stato ripensato con l’introduzione di nuove essenze, così da avere un ulteriore e inatteso spazio verde, affacciato sul percorso pubblico. Questo spazio verde è preceduto all’ingresso da una piazzetta metafisica, omaggio agli artisti della storica galleria milanese Il Milione. Il decoro metallico a parete, la seduta e il parapetto bianchi, gli elementi trilitici illuminanti e decorativi, diventano segni d’arte nella città e negli spazi privati, che catturano lo sguardo dei passanti.
Questi spazi sono progettati per accompagnare la processione verso i luoghi del lavoro, dagli spazi esterni ai luoghi privati interni, dove la hall e il disegno dei suoi arredi sono in continuità con i materiali usati: pietra, metallo e vetro definiscono e accolgono all’interno l’espressività proposta all’esterno. L’edificio così torna così città e i segni che lo compongono si mescolano a quelli della strada, si mescolano in una nuova urbanità.
Spiega Alessandro Scandurra: “La città è composita e riesce ad essere vitale solo se ci sono spazi che stimolano interazione e il dialogo tra pubblico e privato. Solo aprendo gli spazi si può sperare che la vitalità emerga e si mostri. Milano sta cambiando molto in questo senso, vediamo ogni giorno che non ci sono più solo feste private in bellissimi interni nascosti alla città, ma eventi e luoghi di aggregazione diffusi”.
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