11/09/2018 - Il ristorante pizzeria Oi Marì si trova nel cuore dei “Sassi di Matera”, è articolato in diversi ambienti scavati nel tufo, ognuno con una forma differente dovuta alla conformazione del luogo creata dall'uomo nel corso dei secoli. All'epoca, per costruire, si procedeva per sottrazione; alle abitazioni esistenti venivano aggiunti ambienti nuovi asportando materia dal blocco madre di calcarenite.
“Ci piace pensare che chi ha realizzato i cosiddetti Sassi piuttosto che aggiungere, abbia sottratto materia per raggiungere un obiettivo” spiegano i progettisti di Manca studio. “Anche da questo assunto nasce l'intenzione progettuale nostra e dello stesso cliente”.
Oi Marì nasce nel 1999 grazie a dei giovani ragazzi Materani e Napoletani entusiasti di voler far conoscere a Matera la tradizione culinaria Napoletana. Con gli anni il loro entusiasmo si è evoluto e le loro capacità li hanno portati a generare un proprio stile di cucina.
Oggi il locale si affaccia su un ampio spiazzo che sembra avvolgere il visitatore per accoglierlo in un ambiente caldo e armonioso, fatto di pochi elementi, proprio per dare risalto alla naturale bellezza di questo luogo.
Vogliamo che Oi Marì cambi look: con questa frase Sara, Mary e Luca hanno deciso, dopo tanti anni, di voltare pagina, di mostrarsi diversi ai loro clienti; la pizza rimane nel menù come timbro della loro tradizione ma la cucina si evolve in piatti ricercati ed essenziali.
La loro richiesta? Svuotare il vecchio locale di orpelli oramai passati rendendo l’ambiente essenziale, proprio come la loro cucina; senza però cestinare le loro origini di pizzeria napoletana in storia e tradizioni.
Da qui nasce la nostra ispirazione, il design dovrà rispettare il loro desiderio, “togliere, non aggiungere”; intervenire in punta di piedi, con pochi elementi, ponderati, essenziali, che possano essere nel contempo protagonisti di un rinnovamento.
L’ingresso dal piccolo bar/reception ospita con discrezione il visitatore, lo accompagna in un susseguirsi di sale di varia forma e dimensione; la sala più ampia è caratterizzata dalla presenza di una cantina con oltre 2000 bottiglie che si fa spazio all'interno di nicchie preesistenti pur separandosi dalla sala attraverso vetrate e strutture in metallo. Questo il fiore all’occhiello dell’intero progetto: riuscire a collocare all’interno di uno spazio fortemente caratterizzato, non solo un’esposizione di vini, ma una vera e propria cantina, grande desiderio di Luca, amatore ed intenditore di vini.
Tutti gli ambienti sono trattati allo stesso modo, è stata esaltata la bellezza della grotta lasciando il tufo completamente a vista e introducendo pochi e semplici arredi funzionali all’uso. Tutti i mobili contenitivi, le strutture in ferro e le luci sono state interamente disegnate dagli architetti e realizzate da artigiani locali.
I corpi illuminanti, ispirati al mattarello utilizzato per stendere l'impasto, sono l’elemento di congiunzione tra il vecchio e il nuovo, tra la tradizione del passato e la visione del futuro. L'oggetto non è intero, ma spezzato; è quindi la citazione di una forma che, pur ricordando la tradizione, la reinterpreta e le attribuisce una nuova funzione, ovvero quella di illuminare in maniera puntuale gli ambienti e i tavoli. Abbiamo, inoltre, utilizzato un’esile barra in ferro corten che si trasforma a seconda delle esigenze, da telaio espositivo diventa reggi lampada, porta bicchieri per il bar fino a struttura per esporre quadri.
Abbiamo cercato di reinterpretare in chiave architettonica la filosofia dei proprietari del ristorante che, partendo da materie prime semplici di primissima qualità, reinventano la cucina tradizionale senza cancellarne il ricordo.
Il risultato finale è frutto dello studio degli elementi di congiunzione tra il vecchio e il nuovo, della volontà di non fare rumore in un luogo che in alcuni momenti sembra sacro, del rispondere con cura e attenzione alla richiesta del cliente, dandogli la comodità di lavorare con un design funzionale e un’estetica calda e armoniosa".
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