08/10/2018 - Dopo i 50 anni della lampada Cobra, Martinelli Luce festeggia i 90 anni di Marx, l’imponente corpo illuminante disegnato da Richard Neutra nel 1928.
Richard Neutra, uno dei maestri dell’architettura del XX secolo, fu una vera scoperta per Elio Martinelli che rimase affascinato dalla purezza del suo stile. Per comprendere la storia di questa lampada e del perché venne messa in produzione da Martinelli Luce, è necessario partire dal 1991, quando Dion Neutra, figlio e anche lui architetto, venne a Lucca come ospite di Elio ed Emiliana Martinelli.
La sintonia fu immediata e Dion durante una lunga conversazione, spiegò alcuni tratti della personalità del padre. Per esempio parlando delle famose vasche, quegli specchi d’acqua fondamentali in quasi tutti i progetti di Richard Neutra, il figlio Dion affermò che questo segno progettuale derivava semplicemente dalla loro bellezza: Richard Neutra le progettava perché gli piacevano!
Ed è proprio questa straordinaria semplicità che colpì Elio Martinelli, tanto da convincerlo a realizzare la lampada Marx. Martinelli aveva a disposizione solo una piccolissima riduzione cianografica di un vecchio disegno, da interpretare dal punto di vista tecnologico, e una fotografia ingiallita dell’unico prototipo. Il tutto quotato in inches!
Le immagini ne descrivono le caratteristiche di oggetto di arredo, infatti Marx è una lampada da parete, dove prevale la componente organica nel tipo di intervento sulla luce che ne risulta articolata e arricchita. Il vocabolario formale, gli elementi che lo
compongono (una lama ricurva, una griglia di elementi orizzontali, un telaio di legno) sono microsegni del suo vocabolario architettonico (la villa Von Sternberg, la Cappella Miramar).
Un progetto complesso che non intimidì Elio Martinelli ma piuttosto lo spinse ad affrontare con convinzione la sfida per la realizzazione di questa lampada “intensa” che esprime nella sua essenza formale, il rigore geometrico per cui è conosciuto Neutra.
Marx è una scultura di luce che proietta sulla parete segni luminosi, quasi a voler dimostrare che le emozioni possono avere una forma (come recitava il sottotitolo di uno dei saggi scritti da Neutra).
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