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11/10/2018 - Trasformare in dieci giorni terra cruda, paglia, lolla di riso e calce in una casa, spendendo solo 900 euro. Oggi è possibile e l’azienda WASP lo ha dimostrato in occasione dell’evento “Viaggio a Shamballa” e della conferenza “A call to save the world”, presentando Gaia, un caso studio di costruzione stampata in 3d attraverso la nuova tecnologia Crane WASP con materiali naturali provenienti dal territorio circostante e forniti da RiceHouse.
Gaia, denominata tale per l’utilizzo di terra cruda come principale legante della miscela costituente, può essere considerata un nuovo modello architettonico ecosostenibile con particolare attenzione all’impiego di materiali naturali di scarto, provenienti dalla filiera produttiva del riso e orientati alla realizzazione di murature particolarmente efficienti dal punto di vista bioclimatico e di salubrità degli ambienti. Tale ricerca è stata possibile anche attraverso la collaborazione con RiceHouse, startup italiana che opera nel campo della bioedilizia attraverso l'uso degli scarti provenienti dalla produzione del riso.
UNA PICCOLA ABITAZIONE A IMPATTO ZERO – Per la realizzazione di Gaia, RiceHouse ha fornito le fibre vegetali attraverso le quali WASP ha sviluppato una mescola composta per il 25% da terreno prelevato in sito (30% argilla, 40% limo e 30% sabbia), per il 40% da paglia di riso trinciata, per il 25% da lolla di riso e il 10% da calce idraulica. La mescola è stata impastata attraverso l’uso della molazza, in grado di rendere il composto omogeneo e lavorabile.
Gaia è un modulo altamente performante sia dal punto di vista energetico che della salubrità indoor, con un impatto ambientale quasi nullo. Stampata in poche settimane grazie alla sua muratura, non necessita né di riscaldamento né di un impianto di condizionamento, in quanto mantiene al suo interno una temperatura mite e confortevole sia d'inverno che d'estate.
Il progetto bioclimatico firmato RiceHouse, oltre a sfruttare l'apporto passivo del sole grazie all’orientamento a Sud-Ovest dove è posizionata una grande vetrata per ottimizzare la luce naturale, è centrato nella definizione delle stratigrafie sia nella copertura, realizzata in legno con un isolamento in calce-lolla (RH300), sia nel massetto contro terra realizzato in calce-lolla, leggero ma termico per permettere di raggiungere un fabbisogno energetico pari a una classe A4. La parete monolitica stampata in 3d è poi stata rifinita internamente con una rasatura in argilla-lolla (RH400), levigata e oliata con oli di lino.
Tiziana Monterisi (RiceHouse, Ceo): “Gaia è stata realizzata esclusivamente con materiali naturali quali terra cruda, paglia trinciata, lolla e legno ed è altamente performante dal punto di vista energetico e ambientale”.
L’involucro esterno, completamente stampato in 3d in sito attraverso la stampante Crane WASP, è stato progettato con la finalità di integrare al proprio interno i sistemi di ventilazione naturale, di isolamento termo-acustico e di impiantistica. La deposizione del materiale a base di terra cruda, paglia e lolla di riso viene controllata attraverso articolati intrecci in grado di conferire al contempo solidità costruttiva e variazione geometrica lungo l’intero sviluppo murario. La versatilità della progettazione computazionale viene infatti resa possibile nella pratica costruttiva grazie alla precisione e alla velocità della tecnologia 3d, ottenendo geometrie complesse, difficilmente replicabili con i sistemi tradizionali di costruzione. La realizzazione dell’involucro stampato in 3d, per un totale di 30 mq di parete dallo spessore di 40 cm, ha richiesto complessivamente 10 giorni, con un costo totale dei materiali di 900 €.
UN MODELLO DA FAR CONOSCERE ED ESPORTARE – Sulla base dei dati sperimentati con Gaia è possibile immaginarsi in maniera concreta nuovi scenari economici, in cui un ettaro di risaia coltivata è in grado di produrre 100 mq di superficie costruita.
L’esperienza di Gaia offre l’occasione per divulgare le molteplici potenzialità che la stampa 3d può ancora esprimere grazie alle risorse presenti nel territorio agricolo mondiale, garantendo livelli minimi di impatto ambientale a fronte di infinite soluzioni progettuali, indispensabili per le nuove frontiere dell’abitare.
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