Napoli_nuova Stazione Centrale_Ezio Quiresi_1961, ©TouringClubItaliano
12/10/2018 - La Fotografia in Italia negli anni Sessanta. Cultura, società, arte, immagine è il tema scelto da Rete Fotografia per la quarta edizione di ‘Archivi Aperti’. L'iniziativa viene riproposta oggi con una partecipazione molto più ampia e quasi raddoppiata per le numerose e nuove adesioni di archivi, enti e fondazioni, tra i più importanti di Milano e della Lombardia, impegnati a promuovere la conoscenza della cultura fotografica.
La manifestazione sarà aperta da un Convegno venerdì 19 ottobre (Milano, Palazzo Reale) cui parteciperanno storici, critici e fotografi, testimoni di quel periodo. Da sabato 20 ottobre e fino a sabato 27 ottobre incluso, si susseguiranno aperture straordinarie di archivi e studi professionali di fotografi che prevedono visite guidate dedicate a un pubblico non soltanto specialistico.
Il Convegno affronterà temi e questioni legati alla cultura fotografica degli anni Sessanta, anni in cui cambia la fotografia e il suo rapporto con la società, lo spazio urbano, l’ambiente, la cultura, l’arte, il lavoro.
Dal convegno nazionale di fotografia del 1959, a Sesto San Giovanni, che conclude la grande Rassegna della fotografia italiana cui partecipano tutti i protagonisti della scena italiana, al convegno di Verbania del 1969 - promosso dal CIFe (Centro Informazioni Ferrania) e dalla FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche) - i fotografi italiani operano un progressivo distacco dall’ambiente amatoriale, pur molto radicato, per cercare nuovi e più consapevoli ruoli, nel confronto con la cultura internazionale, la politica, la società, l’arte. In particolare, l’incontro di Verbania risente dell’acceso clima politico e vede confrontarsi opposte concezioni della fotografia ove prevale quella d’impegno sociale e politico, documentaria e di reportage.
Le trasformazioni, che hanno caratterizzato l’Italia dal punto di vista politico, culturale, sociale, economico e antropologico, hanno creato in quegli anni grandi occasioni di dibattito e di confronto su questioni fondamentali e ancora oggi attuali.
La fotografia ha guardato questo periodo interrogandosi sulle proprie specificità e dialogando con il mondo culturale e artistico, dell'architettura e del design. La figura del fotografo ha cominciato ad allontanarsi dal mondo amatoriale, cui apparteneva, per configurarsi in modo nuovo e secondo direzioni spesso inaspettate.
Nuovi percorsi, anche di tipo sperimentale, sono stati aperti per l’immagine, in tutti i campi, dall’arte, alla moda, al cinema, allo spettacolo, all’architettura e al design mentre si affermava il foto-giornalismo impegnato che rifletteva gli aspetti, anche contraddittori, dei mutamenti sociali.
La fotografia narrava mondi diversi, come quelli operaio e contadino, e catturava, in senso profondo, la cultura e le tradizioni di un territorio, spesso dando vita a immagini poi divenute “iconiche” e rappresentative del miracolo economico, dello sviluppo delle infrastrutture, dell’emigrazione e delle condizioni del Sud Italia, delle contestazioni e degli eventi anche tragici – come la strage di piazza Fontana – di quel periodo.
Questo straordinario decennio - gli anni '60 – sarà, quindi, rivisitato anche attraverso le ricche e variegate collezioni fotografiche degli archivi, musei e fondazioni che fanno parte di Rete Fotografia, insieme ai numerosi studi di fotografi professionisti che aderiscono all'iniziativa.
I partecipanti sono in tutto 30, 15 studi di fotografi professionisti, grazie anche alla collaborazione di AFIP International - Associazione Fotografi Professionisti, e di GRIN - Gruppo Redattori Iconografici Nazionale, e 15 archivi di Enti, Fondazioni e Musei.
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