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© Edmund Sumner
05/10/2018 - Sono i primi anni 50, e Le Corbusier con il suo "Modulor" plasmava l'utopia di un mondo a misura d'uomo. Gli stessi anni in cui il piano della città indiana di Chandigarh diventa il simbolo indiscusso della personale visione urbanistica di uno dei più grandi architetti del nostro secolo.
Chandigarh doveva ricalcare il profilo di un corpo umano: i palazzi del potere nella testa, le aree commerciali e produttive nelle viscere, i quartieri residenziali lungo gli arti. Un'oasi di pace e rigore in un Paese in cui solitamente dominavano caos e confusione.
Le Corbusier viene chiamato a costruire il simbolo di speranza, l'idea dell'India moderna a seguito della proclamazione dell’indipendenza dell’India dall’impero britannico, la città ideale.
Di questa città ideale Le Corbusier progetta il complesso amministrativo e governativo, reputato il più importante, è però la zona commerciale, delegata ai suoi discepoli, il vero cuore della città. Qui le persone si incontrano, lavorano e trascorrono il loro tempo libero, vivono e condividono lo spazio. E di questo nucleo pulsante, ribattezzato Settore 17, il Neelam Cinema è il simbolo indiscusso.
Il progetto porta la firma di Aditya Prakash, uno dei sei architetti chiamati a disegnare Chandigarth sotto la guida di Le Corbusier e di suo cugino Pierre Jeanneret. In molti lo credevano ormai chiuso, poco più di una reliquia, prima che gli scatti del fotografo inglese Edmund Summer lo riportassero alla luce.
“Lavoravo in India due a tre volte l'anno dalla metà degli anni 2000 e avevo sentito parlare spesso di questo cinema”, racconta Summer. “Esistevano poche fotografie e molti dubitavano che fosse ancora aperto. Così mi sono informato e sono rimasto piacevolmente sorpreso nel constatare che invece era in attività”.
“Il manager è stato lieto di farmi fotografare lo spazio, anche se mi è stato permesso di fare il mio lavoro solo tra una proiezione e l'altra. I film di Bollywood sono famosi per la loro lunghezza e dato che l’intervallo tra le proiezioni era di soli 15 minuti, ho passato la maggior parte della mia giornata lì. Questo cinema riflette un tempo e un luogo, in cui si incontrano passato, presente e futuro. Anche se il suo destino rimane incerto, sarò sempre grato di aver potuto congelare un simile momento nel tempo”.
La struttura modernista del cinema si trova ancora oggi nel suo forma originale e continua a proiettare film di Bollywood. La magia di questa architettura modernista si indovina già dall’esterno: una scatola chiusa su tre lati, un guscio di mattoni rossi imbevuto di puro rigore, con un'unica facciata che si spalanca sulla piazza, sormontata da una maestosa curva acustica.
Tuttavia, per quanto radicato nell’immaginario collettivo di Chandigarh, il futuro del cinema rimane incerto. Neelam ha infatti la “sfortuna” di non vantare la firma di Le Corbusier, ragion per cui non gode di alcuna tutela, a differenza ad esempio del ben più noto Campidoglio, patrimonio UNESCO.
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