24/10/2018 - È stata inaugurata a Varano de’ Melegari, in provincia di Parma, la Dallara Academy. Il nuovo edificio, il cui progetto porta la firma dell'Atelier(s) Alfonso Femia / AF517*, sorge a fianco della sede storica dell'azienda famosa in tutto il mondo per le auto da corsa.
È proprio alle parole di Alfonso Femia che affidiamo l'illustrazione del progetto.
«Ogni progetto per noi è l’incontro tra due anime, quella del luogo e quella dell’uomo. Ogni progetto può avere in sè queste due qualità o altrimenti occorre che il progetto le scopra e le faccia emergere per propria lettura, scrittura e volontà.
A Varano de Melegari, con l’ing. Giampaolo Dallara e la sua famiglia, intesa sia come affetti personali che come azienda, ci siamo trovati in una situazione unica che occorreva solo rivelare attraverso l’occasione del progetto sia in fase di concorso che nella sua realizzazione, affinchè esso stesso assumesse in primis la responsabilità di raccontare i luoghi dell’anima di una storia rara ed esemplare che crediamo appartenga a molti ambiti del nostro territorio mediterraneo.
Il sito di progetto è costituito da un locus di una qualità paesaggistica particolare e significativa. Abbiamo voluto ricercare un dialogo con il luogo e non proporre rapporti artificiali di cesura o contrapposizione o di “objet trouvé” dentro un contesto apparentemente normale.
Occorre volgere lo sguardo, allontanarsi dal luogo, guardarlo da diversi punti di vista della sua “geografia” per comprenderne ruolo e anima all’interno dell’equilibrio naturale della natura che diventa paesaggio.
Occorre proporre una dolce metamorfosi fatta di azioni che si confrontano con le diverse nature del territorio: contenere, ospitare, abitare, accogliere.
Il progetto si adagia su di un morbido declivio collinare appenninico che si apre verso la vallata del torrente Ceno, mentre alle sue spalle si staglia il profilo delle colline, con una “roccia” in alto che si pone come una presenza che vigila e osserva.
Gli elementi territoriali con cui ci si viene a confrontare sono pertanto la superficie apparentemente orizzontale del lotto, la sua ambigua “semplicità”, la presenza di un gelso, sentinella verde in dialettica con la roccia, il profilo delle colline, il sistema agricolo, la larga traccia del Ceno sul suolo ed i piccoli centri rurali appenninici. Sono questi gli elementi contemplativi della percezione del paesaggio. Sono a questi che il progetto si riferisce ora in maniera intima, ora in maniera collettiva, ora rappresentativa e funzionale, ora riconoscibile e semplice.
Il progetto nasce nella stessa maniera con cui il processo progettuale di Dallara viene messo in atto, ovvero dall’aggregazione di fasi/elementi distinti ed affiancati tra loro in equilibrio, spazialmente coerenti con la natura e l’uso degli spazi stessi, i quali, assemblati, costituiscono il progetto nel suo insieme.
Un complesso che pone attenzione alla topografia del luogo, al suo inserimento nel paesaggio, alla sua doppia percezione (dall’esterno e dall’interno), e che ha la volontà di essere un luogo di ricerca, di progetto, di incontro, di eccellenza...un edificio veloce e lento, silenzioso e sonoro, tecnologico e poetico.
Abbiamo volute disegnare il paesaggio nel paesaggio, introducendo un nuovo spazio pubblico, un catalizzatore di attività, in grado di ribaltare le modalità percettive dell’area che sono, ad oggi, il movimento delle auto, la loro velocità e l’intrattenimento.
Abbiamo fondato l’edificio ad una quota leggermente rialzata rispetto al livello della strada, creando una prima topografia che ne definisce la separazione della strada statale e l’Accademia. Un leggero piano inclinato che definisce lo spazio di dialogo con il luogo, definendo una successione di soglie tra il paesaggio naturale e il paesaggio minerale.
La trama territoriale ci ha fatto immaginare l’area come un cuneo verde, in cui il movimento sinuoso del fiume disegna gli spazi esterni ed allarga la sua visuale fino a coinvolgere, nella composizione le aree limitrofe che ospitano la sede storica dell’azienda Dallara.
L’idea che abita il progetto è quella di creare un edificio capace di conciliare quindi l’identità individuale delle parti che concorrono a creare il tutto, con un senso di unitarietà dell’insieme, un paesaggio nel paesaggio.
L’edifico viene così ad essere un elemento vivo e dinamico, capace di ridefinire il luogo arricchendolo e ridefinendolo, in quanto dotato anche di una forte iconicità, che lo fa essere un vero e proprio landmark minerale del paesaggio, così come la roccia in alto nella collina a cui il progetto volge lo sguardo.
Quattro geometrie, Quattro forme, Quattro spazi, Quattro funzioni creano il mondo unico di Dallara:
- I CONI/CERCHI territorio/paesaggio
- IL TRAPEZIO/LINEE sistema urbano/produttivo
- CORONA SEMICIRCOLARE territorio/paesaggio
- PARALLELEPIPEDO/LINEE sistema urbano/produttivo».
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