20/11/2018 - Il progetto di C+S per la nuova GAMeC- Galleria di Arte Moderna e Contemporanea a Bergamo completa la riqualificazione dell’area compresa tra l’ex caserma Montelungo e l’Accademia Carrara.
La nuova GAMeC nasce dalla trasformazione del palazzetto dello sport di Via Piacentino di cui Cappai e Segantini intercettano la potenzialità dello spazio e creano all’interno il nuovo museo. Il progetto produce una nuova energia urbana: quella che l’edificio rinnovato immette nella città attraendo flussi e azioni dei cittadini, che continuano a riconoscere il nuovo GAMeC nelle loro mappe mentali, ma allo stesso tempo lo reinventano come spazio di identità urbana futura.
“Con il termine retrofit si intende l’attività di addizione di nuove tecnologie/funzionalità ad un sistema (sia esso un automobile, edificio, ecc.) vecchio, così da prolungarne la vita. Abbiamo ereditato dal passato edifici di dimensioni e strutture generose e che oggi con difficoltà potremmo permetterci di realizzare. Abbiamo risorse limitate e meno abbondanza di suolo da consumare, in quanto proprio il suolo è una risorsa NON rinnovabile. Crediamo sia necessario valorizzare edifici antichi e sistemi urbani obsoleti in quanto spazi speciali a disposizione delle comunità, banche di energia e di materie prime, risorse invece che problemi da risolvere. Il retrofit è uno strumento resiliente per tradurre il passato più o meno recente e trasformarlo in una risorsa per la comunità. La trasformazione del palazzetto dello sport nel nuovo GAMeC è una di queste eredità che si trasforma in potenzialità, alla scala urbana, alla scala architettonica e alla scala dell’esperienza fisica dei cittadini. ”- spiegano Cappai e Segantini.
Il palasport di Bergamo è un edificio a forma ellittica realizzato negli anni ’60 con strutture verticali in cemento armato. Il progetto di retrofit si concentra sulla possibilità di trasformare radicalmente la struttura interna dell’edificio demolendo le gradonate ma mantenendo invece intatta la cintura dei pilastri che descrivono e caratterizzano la forma ellittica dell’edificio. Il progetto diventa un ponte tra passato e futuro: da un lato mantiene una forte traccia delle strutture originali e dall’altro inventa un nuovo spazio per accogliere il museo di arte contemporanea GAMeC. Le strutture interne esistenti verranno lasciate al grezzo mantenendo la materialità del cemento facciavista e le tracce delle sue trasformazioni.
Il nuovo Museo GAMeC poggia su una piattaforma, leggermente rialzata rispetto al livello della strada e raccordata con una serie di rampe che garantiscono a totale accessibilità dell’edificio. Il foyer è un corpo proiettato verso l'esterno che si trasforma in una soglia tra città e arte. Sul volume ellittico superiore, in lastre curve di acciaio zincato, si appoggia una lanterna traslucida di coronamento che ospita un bar/ristorante aperti verso una terrazza panoramica. Il volume si trasforma in una lanterna durante le ore notturne, diventando un'attrattiva visiva per l'edificio e il suo intorno.
Il foyer è un free floor: uno spazio a disposizione per attività ricreative, commerciali ed espositive per piccole collezioni.
All’interno lo spazio esplode in altezza, definendo, con la sua materialità il carattere del museo: le pareti con i mattoni originali riportati faccia vista, insieme ai segni dei tagli delle tribune e dei solai preesistenti, richiamano alla memoria dello spazio originale, che dialoga con il nuovo volume inserito al centro dello spazio: un volume sospeso che ospita le sale espositive dei piani superiori, accessibili grazie ad una scala monumentale.
Particolare accuratezza è stata usata nella progettazione delle sale espositive, fulcro artistico del museo e delicata macchina per la rappresentazione di opere di rilevante importanza. Al fine di soddisfare tali caratteristiche, le sale espositive sono state inserite al centro del museo, in una preziosa scatola traslucida capace di far interagire visivamente aree funzionali altrimenti estranee tra di loro. La trasparenza delle pareti perimetrali del volume sospeso è consentita dall'utilizzo di un sistema modulare di policarbonato alveolare che garantisce la diffusione della luce all'interno delle sale e un adeguato isolamento acustico.
Il percorso museale si snoda in altezza attraverso le sale e apre alcuni scorci verso la città in un continuo spostamento tra l’interno urbano dello spazio a tutta altezza e la città di Bergamo. Il museo non è solo uno spazio espositivo, diventa una macchina per guardare la città da punti di vista inusuali.
GAMeC diventa in questo senso lo strumento che trasforma la città di Bergamo in un museo di se stessa fino a giungere alla grande terrazza panoramica in copertura.
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