26/11/2018 - Lo scorso 17 novembre, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza i membri della “Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger - Benedetto XVI”, per il conferimento del Premio Ratzinger 2018, giunto alla sua ottava edizione. Con il prestigioso riconoscimento sono stati insigniti quest’anno la teologa tedesca Marianne Schlosser e l’architetto svizzero Mario Botta.
“Oltre alla teologia,” ha notato il Papa “dallo scorso anno i Premi Ratzinger sono stati opportunamente conferiti anche nel campo delle arti cristianamente ispirate. Mi congratulo perciò con l’Architetto Mario Botta. In tutta la storia della Chiesa gli edifici sacri sono stati richiamo concreto a Dio e alle dimensioni dello spirito ovunque l’annuncio cristiano si è diffuso nel mondo; hanno espresso la fede della comunità credente, l’hanno accolta contribuendo a dar forma e ispirazione alla sua preghiera. L’impegno dell’architetto creatore di spazio sacro nella città degli uomini è quindi di valore altissimo, e va riconosciuto e incoraggiato dalla Chiesa, in particolare quando si rischia l’oblio della dimensione spirituale e la disumanizzazione degli spazi urbani”.
Mario Botta, in un'intervista a Radio Vaticana Italia, ha dichiatato: "L'architettura è un linguaggio. È una forma espressiva della cultura del proprio tempo e, quindi, è anche giusto che l'architettura contemporanea parli dei problemi, talvolta anche delle grandi contraddizioni, che vi sono nella cultura e nella società contemporanea.
L'architettura parla attraverso lo spazio. Lo spazio è la luce, la configurazione fisica, ma è anche un luogo della memoria. Quindi io credo che i luoghi di culto in particolare portino, come queste sale - la Clementina dove si è svolta questa cerimonia questa mattina - una testimonianza di una cultura cristiana occidentale di 2000 anni.
Non si può sfuggire al fascino del territorio della memoria. Io credo che oggi , più che ieri, il territorio della memoria per l'architetto è il vero territorio sul quale riflettere le contraddizioni, le ambiguità e anche le follie del moderno. I luoghi di culto che sono liberi per offrire spazi di meditazione e di preghiera possono forse diventare anche degli antidoti al gran correre della società dei consumi."
Questo il profilo di Mario Botta tratteggiato dal cardinale Angelo Amato, presidente del Comitato Scientifico della Fondazione.
“L’architetto Mario Botta è nato a Mendrisio, in Svizzera, il I° aprile del 1943. Frequenta il liceo artistico a Milano e prosegue gli studi all’Istituto Universitario d’Architettura di Venezia, dove si laurea nel 1969 con i relatori Carlo Scarpa e Giuseppe Mazzariol. Durante il periodo trascorso a Venezia, ha occasione di incontrare Le Corbusier e Louis Kahn e di lavorare con loro.
Nel 1970 apre il proprio studio a Lugano e, da allora, svolge parallelamente anche un’intensa attività didattica con conferenze, seminari e corsi presso scuole d’architettura in Europa, Asia, Stati Uniti e America Latina. Nel 1996 è tra i fondatori dell’Accademia di Architettura di Mendrisio, dove tuttora insegna e ha ricoperto la carica di direttore.
Muovendo dalle prime realizzazioni di case unifamiliari in Canton Ticino, il suo lavoro ha abbracciato molte tipologie edilizie: scuole, banche, edifici amministrativi, biblioteche, musei e in particolare diversi importanti edifici di culto. In questi un ruolo predominante è affidato alla luce, intesa come principio generatore degli spazi e metro per la definizione del tempo che scorre nelle diverse fasi del giorno, dei mesi o delle stagioni.
Sono caratteristici della sua architettura l’utilizzo del mattone e della pietra e gli edifici costituiti da volumi puri, tagliati e traforati da grandi spaccature, tra i quali gli edifici a cilindro tronco che trovano una prima realizzazione nella chiesa di San Giovanni Battista a Mogno e un successivo sviluppo nella Cattedrale di Evry, presso Parigi, e nella Concattedrale del Santo Volto a Torino.
Un’architettura, quella di Mario Botta, concepita sia come arte capace di fondersi in maniera armoniosa con la natura, le culture e le storie dei territori, sia come testimone concreta dei vissuti storici e delle aspirazioni umane.
Dall’inizio della sua carriera, il suo lavoro è stato riconosciuto e premiato a livello internazionale, oltre ad essere presentato in numerose mostre e pubblicazioni.
Architetto e designer di fama larghissima, tra le sue maggiori realizzazioni figurano: la chiesa del Beato Odorico a Pordenone, il Museo d’arte moderna di San Francisco, il Museo di Arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, la riqualificazione dell’area della Pilotta a Parma, il Parco di sculture “Arca di Noè” a Gerusalemme, la Torre Kyobo a Seoul, la ristrutturazione e l’ampliamento del Teatro alla Scala di Milano, il Monastero dei Santi Apostoli Pietro e Andrea a Leopoli, in Ucraina.
Nella prospettiva dell’attribuzione del Premio Ratzinger a personalità eminenti dell’arte cristianamente ispirata, riteniamo tale riconoscimento pienamente appropriato per l’architetto Mario Botta, creatore di spazi mirabili per l’elevazione spirituale e la preghiera dell’assemblea cristiana”.
Guarda il video di Presentazione del Premio Ratzinger 2018 di Papa Francesco, 17 novembre 2018 HD
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