Dimensione testo |
|
Fondazione RavennAntica
29/11/2018 - Conto alla rovescia per l'inaugurazione di CLASSIS Ravenna, il nuovo Museo della città e del territorio realizzato nell'immensa struttura creata attraverso un ambizioso lavoro di recupero dell'ex-zuccherificio di Classe – considerato dagli esperti uno tra i più importanti interventi di recupero industriale in Italia – aprirà ufficialmente al pubblico il 1°dicembre alle 10:30.
Un’area espositiva di 2.800 metri quadrati, a poca distanza dalla Basilica di Sant'Apollinare in Classe, circondata da un parco di un ettaro e mezzo sempre aperto al pubblico, “una fabbrica della memoria” in cui materiali archeologici e moderni supporti tecnologici concorrono alla stessa emozionante narrazione.
Il museo intende raccontare attraverso alcuni snodi storici particolarmente significativi le vicende che caratterizzano la storia di Ravenna e del suo territorio.
Il progetto espositivo, elaborato da una Commissione Scientifica presieduta dal Prof. A. Carandini, sarà fortemente innovativo nelle sue soluzioni espositive, ma non sarà un museo virtuale. Sarà invece un Museo nel quale, attraverso l’esposizione di monumenti e di alcuni materiali particolarmente significativi, si svilupperà un racconto storico completo e attrattivo che illustrerà la nascita e l’evoluzione della città di Ravenna e della vicina città portuale di Classe, dall’antichità fino ai giorni nostri.
Si tratta di una storia avvincente che vede protagonista una delle più importanti città del Mediterraneo. E’ prevista una scansione lineare del tempo e delle diverse epoche che interessarono la città e il suo territorio: la preistoria, l’antichità romana, la fase gota, l’età bizantina, l’alto Medioevo. Accanto a questa linea del tempo sono previsti alcuni approfondimenti che riguardano la crescita e lo sviluppo della città, la sua stratificazione, la flotta e la navigazione, la sua variegata etnicità, la produzione artistica, le consuetudini funerarie e le modalità della preghiera.
Questo racconto, trattandosi di un museo, verrà fatto ricorrendo alla documentazione archeologica con un uso mirato dei reperti intesi come perno della narrazione: alcune volte saranno elementi singoli di particolare valore ed importanza ad avere il ruolo di protagonisti; altre volte saranno gruppi ampi di oggetti, come nel caso del porto di Classe, che potrà essere illustrato ampiamente grazie alle centinaia di reperti rinvenuti negli ultimi scavi.
Gli oggetti della vita quotidiana (anfore, ceramiche, monete) troveranno uno spazio adeguato, accanto ai materiali più significativi e validi dal punto di vista artistico (statue, mosaici ed altro). In questa maniera sarà possibile articolare un racconto che consideri tutte le sfere della comunità e le differenti fasce sociali presenti in città e nel territorio.
Una particolare attenzione verrà dedicata agli apparati didattici ed illustrativi, con ampio ricorso a ricostruzioni grafiche e tridimensionali, filmati, plastici ed altro ancora. E’ poi importante sottolineare che fin dagli esordi verrà messa in atto una strategia di comunicazione indirizzata a collegare il Museo con i singoli siti del futuro Parco Archeologico di Classe, come l’area portuale e il complesso di S. Severo. Il Museo sarà il vero cuore del Parco, un elemento pulsante, vivo, sempre attivo sui fronti della ricerca e della comunicazione. Qui confluiranno i reperti provenienti dai vari scavi, e qui il racconto di Ravenna e Classe verrà aggiornato ogni qual volta avrà luogo un nuovo ritrovamento rilevante (questo grazie ad una struttura espositiva particolarmente flessibile).
Una piccola sezione dell’esposizione verrà infine dedicata all’edificio del Museo: un importante monumento dell’archeologia industriale, la cui importanza nel passato è ben viva nella memoria dei ravennati. Anche questo monumento verrà spiegato e raccontato perché, in definitiva, l’ex-Zuccherificio è nella nostra concezione (e per sua stessa conformazione), una vera cattedrale. Una cattedrale/fabbrica della memoria, attraverso la quale si intende restituire alla comunità locale la sua storia; e nello stesso tempo ci si prefigge di raccontare ai molti visitatori che ogni anno arrivano a Ravenna un segmento affascinate e importante della sua storia.
Altra cosa fortemente innovativa è il fatto che il Museo non sarà un semplice “contenitore di materiali”, ma sarà anche un attivo centro di ricerca, perché alla luce di accordi già in atto, accanto alle sale espositive, ci saranno anche ampi laboratori per lo studio e per il restauro dove docenti e studenti dell’Università potranno svolgere le loro attività nell’ambito dei loro percorsi formativi e di ricerca.
|
Fondazione RavennAntica Fondazione RavennAntica
Consiglia questa notizia ai tuoi amici
|
|