© 2010 - 2018 Vila Tugendhat
28/11/2018 - Espressione del suo "less is more" Villa Tugendhat è uno dei progetti più importanti di Mies van der Rohe in Europa.
Costruita tra il 1928 e il 1930 a Brno, la villa è uno dei capolavori del primo funzionalismo, un edificio che ha fatto la storia sia dal punto di vista della progettazione che del design. Essa è spazio d'applicazione degli stessi principi già sperimentati al padiglione tedesco dell'Esposizione Internazionale di Barcellona (1928-29), compreso l'utilizzo di materiali pregiati come l’onice e il marmo.

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Confiscata dai nazisti, divenne prima sede della Gestapo, poi dell'armata russa, per essere poi ricostruita male negli anni settanta. Nel 1991 ospitò la separazione consensuale tra Cechia e Slovacchia, ma solo nel 2010, dopo una richiesta consensuale degli eredi di Fritz e Greta Tugendath, sono stati avviati restauri che hanno restituito all'opera la sua antica nobiltà.

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Villa Tugendhat è stata commissionata da Grete & Fritz Tugendhat, una ricca coppia ebrea che possedeva delle aziende tessili di Brno. La coppia incontrò Mies van der Rohe a Berlino nel 1927, già colpita dal suo progetto per la casa Zehlendorf di Edward Fuchs.
Come appassionati di case spaziose con forme semplici, il metodo della pianta libera di Mies sposava perfettamente il gusto dei Tugendhats, tuttavia non era l’unico architetto a cui si erano rivolti per la progettazione della loro casa. All'inizio erano in contatto con il più importante architetto di Brno, Arnost Wiesner, ma dopo aver valutato i progetti di ciascun architetto, i Tugendhats scelsero Mies.

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La villa combina quell'alchimia di arte, filosofia e architettura che è stata la chiave del primo movimento modernista. Mies riteneva che l'architettura nella sua forma più “less” semplice fosse essenzialmente funzionale ma che al suo massimo livello potesse generare un'esperienza di purezza quasi spirituale.

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Per la prima volta nella storia dell’architettura fu infatti utilizzata una struttura portante in pilastri di acciaio per una residenza familiare a creare la famosa “pianta libera”, costituita da intelaiature in ferro finalizzata alla creazione di spazi "vuoti" e ambienti più ampi e luminosi rispetto al passato.

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Uno degli aspetti più interessanti della casa è l'interno che conserva molti pezzi originali di mobili progettati da Mies van der Rohe, tuttora in produzione, che in seguito divennero icone del design europeo: tre poltroncine Tugendhat accanto al muro in onice del soggiorno, oltre a tre poltrone Barcelona e uno sgabello in pelle verde smeraldo, un tavolo in vetro e una panca. L'elegante austerità delle camere rappresenta lo spirito e le intenzioni dell'intero edificio.
Oggi la villa, Sito Unesco World Heritage dal 2001, ha ritrovato la sua purezza formale, quella sognata (e raggiunta) da uno dei padri del movimento moderno: Mies van der Rohe.

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