30/11/2018 - Studio Mabb, formato dagli architetti Sara Magnone, Riccardo Belinci e Andrea Baselli ha recentemente realizzato a Villagana (Brescia), all’interno del Palazzo Martinengo risalente al XVI secolo, uno spazio dedicato alla birra, al buon cibo ed alla pizza.
In questa ambientazione unica, lo studio ha confezionato un progetto su misura, come un prodotto di sartoria d’interni: materiali e finiture, luci e ombre, funzioni e sensazioni, l’ala laterale al palazzo che nel passato ospitava le scuderie della tenuta, ora ospita un luogo “nuovo” che conserva però la stessa anima del suo passato: La Ganea.
“Ganea” come l’antico nome di Villagana, che in latino significava taverna, osteria, locanda, luogo di ristoro per viaggiatori e mercanti, spiegano i progettisti: «La Ganea è uno spazio in cui il progetto dà respiro alla storia del luogo. Sulla tenuta vige il vincolo della sovrintendenza dei beni artistici-culturali, di conseguenza la distribuzione del locale è quella originaria dell’edificio storico. Essendo anche le pareti interne vincolate dalla sovrintendenza gli impianti e l’illuminazione sono applicati a vista sulle pareti, fissati con elementi in ferro brunito realizzati custom da artigiani locali, su ispirazione del maestro Sigurd Lewerentz. Alle pareti si alternano vecchie mappe del feudo dei conti Martinengo ad illustrazioni dell’artista ceco Vlastimil Košvanec, al quale è dedicato il museo situato al piano nobile del Palazzo».
I materiali che caratterizzano il progetto sono principalmente il ferro, il cotto e il legno di conifera, che rimandano anch’essi alla storia del territorio e del palazzo. La struttura a soffitto delle antiche travi sabbiate e l’intonaco rustico a base calce delle pareti conferiscono inoltre allo spazio una peculiare connotazione materica.
Il tema del telaio in ferro è ricorrente in tutte le sale. Nella prima sala una bottigliera realizzata con struttura a telaio in ferro e vetro armato crea un fondale scenografico al bancone monolitico in ferro naturale, direzionando anche il senso di attraversamento dello spazio, nella sala principale le grandi vetrate con telaio in ferro che affacciano sul giardino sono originali, accuratamente restaurate e riportate alla loro originaria conformazione, mentre i serramenti delle altre stanze sono in legno di larice.
Nelle due salette più raccolte sono posizionate due lunghe panche in abete spazzolato, affiancate a tavoloni conviviali importati dall’oriente, come a voler rimarcare il collegamento storico che unisce Villagana all’Asia. «Nell’antichità Villagana aveva il privilegio di possedere un porto sulle rive del fiume Oglio, che collegava la Repubblica Veneta al Ducato di Milano. Dal porto venivano traghettate molte merci e soprattutto la seta, come documentato dai numerosi documenti scritti in lingua orientale conservati all’interno della biblioteca del palazzo ed ora esposti all’interno del locale» spiegano i progettisti.
Anche nei pavimenti in cotto realizzato a mano con leggere variazioni cromatiche, si scorge l'eco del passato: le diverse epoche di posa susseguitesi nella vita del palazzo, narrano lo strettissimo legame con la storia del luogo.
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