Ph. © Federico Villa studio
19/11/2018 - Nel 1922 sembrò così inusuale da essere denominato Ca' Brutta. Oggi, dopo il restauro del 2015, l’emblematico edificio milanese disegnato dall’architetto Giovanni Muzio nel 1922 è tornato ad affascinare i passanti tra via Turati e Moscova con la sua inconfondibile facciata e il suo fascino senza tempo.
Proprio all’interno di questa pietra miliare dell’Architettura italiana, portatrice dei nuovi canoni estetici di inizio secolo, si trova l’appartamento restaurato da Studio WOK, lo studio milanese fondato da Marcello Bondavalli, Nicola Brenna e Carlo Alberto Tagliabue.
“La richiesta dei committenti era precisa: realizzare una casa contemporanea nello stile e negli spazi dell'abitare; ciò ha reso inevitabile il confronto con l'importante storia della Ca’ Brutta” – affermano i progettisti – "Il dialogo tra l’appartamento restaurato e la storia dell'edificio appare maggiormente nel soggiorno, inteso come uno spazio sospeso tra due mondi: la storia e la classicità negli eleganti stucchi dei soffitti originali di Muzio; la modernità nell’uso dei materiali a pavimento e nell’impianto ampio e fluido".
Per farlo scelgono anzitutto un colore, il blu intenso, che caratterizza e definisce lo spazio dell'intero attico, articolato intorno al soggiorno, ampio e dilatato, quasi in contrasto con l'ingresso compresso.
La casa è articolata sulla traccia di un percorso che attraversa in un crescendo i diversi gradienti di privacy peculiari di ciascun ambiente.
Molta attenzione è dedicata a dispositivi filtro per mediare il rapporto tra spazi di diversa pertinenza: la stanza da letto è pensata come una suite indipendente, collocata nell’angolo più remoto della casa, il cui accesso è filtrato dall’attraversamento della cabina armadio; la sala da bagno è invece il luogo più intimo che gode di un rapporto privilegiato con la vista all’esterno sullo skyline della città.
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