07/12/2018 - Limes è l’opera pubblica site-specific realizzata da Edoardo Tresoldi in occasione del 25° anniversario de L’Illa Diagonal, edificio progettato dall’architetto Premio Pritzker Rafael Moneo e da Manuel de Solà-Morales.
Affacciato sulla scenografica Avinguda Diagonal, una delle maggiori arterie della città catalana, l’imponente complesso architettonico ha vinto diversi premi internazionali come il FAD Architecture Award nel 1994. L’opera è esposta sulla copertura de L’Illa dal 4 dicembre fino al 26 gennaio, per poi essere riallestita in parte negli ampi e luminosi spazi interni.
Limes si estende interamente sul punto più alto dell’edificio - 56 metri - sfruttandone lo sviluppo angolare. L’installazione è composta da sei volumi trasparenti alti 5,50 metri disposti diversamente lungo il margine della copertura, dai quali emergono altrettanti volti scultorei.
L’opera interagisce con i linguaggi architettonici de L’Illa, ma la sua ritmica è alterata dai diversi orientamenti delle sculture, affacciate sullo spazio pubblico sottostante. Il gioco tra elementi astratti e figurativi ne determina le tensioni plastiche in un’alternanza sempre mutevole di spazi pieni e vuoti, percepibili man mano che ci si sposta intorno all’edificio.
Limes segna il ritorno alla scultura figurativa nella poetica di Tresoldi, seppure nell’accezione inedita della scala urbana. L’intervento si configura come una riflessione sullo spazio pubblico inteso come teatro delle interazioni umane: un luogo in cui le percezioni spaziali sono scandite da incontri passeggeri che generano esperienze e ricordi soggettivi nelle persone.
La Materia Assente, al centro della ricerca di Tresoldi ed espressa attraverso la rete metallica, è qui rappresentata come l’architettura immateriale costruita in relazione a queste dinamiche: uno spazio etereo ritmato da chimiche ed empatie ogni volta diverse. Limes si posa delicatamente sulla città e crea con i visitatori un contatto graduale, composto da momenti in cui sono spinti ad attraversare le barriere urbane per fruirla appieno. L’installazione si configura come un’architettura umana che oscilla tra soggetto e contesto, dove il vocabolario dell’astrazione e della rappresentazione si fondono, le forme sono traslate, i volti appaiono e recedono.
Disposte in sequenza, le sculture si susseguono tra armonie visive e tensioni volumetriche, rivelando il loro contenuto gradualmente o in un istante. A seconda del punto di vista Limes cambia mentre i suoi elementi catturano la luce e si impastano con il cielo.
[Le foto dell'opera sono di ©Roberto Conte - architecture photography]
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