Michele De Lucchi, L’anello mancante, Modello - © Foto Tom Vack, Courtesy Fondazione MAXXI
10/12/2018 - È cresciuto a contatto con i radicali fiorentini e con Sottsass, ha realizzato una icona come la lampada Tolomeo, ha disegnato i computer della Olivetti e ri-umanizzato edifici in tutto il mondo, è Michele De Lucchi, l’architetto e designer protagonista della sesta edizione del ciclo di mostre monografiche NATURE a cura di Margherita Guccione, Direttore MAXXI Architettura, e Pippo Ciorra, Senior Curator MAXXI Architettura, formula espositiva del MAXXI in cui l’architetto ospite è chiamato a progettare una installazione site/specific che rappresenti una sintesi della propria ricerca architettonica.
Io faccio oggetti, ho sempre fatto oggetti di tutti i generi
ma comunque sempre oggetti.
Potevano essere di design, d’arte o di architettura.
Perché in ogni caso anche le mie architetture sono oggetti
(Michele De Lucchi)
De Lucchi, che fin dagli esordi della sua attività ha attraversato con grande sapienza e rigore le varie scale dell’architettura, dal design alla città, ha scelto di rappresentarsi con l’installazione L’Anello Mancante, un elemento scultoreo tra l’oggetto e l’edificio, una installazione ambientale carica di significati e di rimandi al suo immaginario e alla sua pratica costruttiva.
“Nella sua missione di dare voce agli architetti contemporanei, il MAXXI, sempre aperto all’evoluzione della pratica architettonica globale, vuole testimoniare anche la specificità della propria cultura architettonica, interpretata da architetti come De Lucchi, che sanno coniugare sapientemente tradizione “locale” e innovazione – dice Margherita Guccione Direttore MAXXI Architettura e curatrice della mostra – Architetti che hanno nutrito utopie nel periodo di formazione ma hanno saputo convincere le industrie della necessità del progetto, captando la contemporaneità grazie all’ascolto della natura, l’affidamento alla tecnologia, la sapienza antica dell’artigianato”.
L’Anello Mancante, il cui progetto entrerà a far parte delle Collezioni del MAXXI Architettura, è un vano di forma circolare, percorribile al suo interno, rivestito da elementi in pietra acrilica HI-MACS® la cui forma è ispirata alle coperture in legno dell’edilizia abitativa; la parete della struttura permeata da un gioco di luci e ombre arricchisce l’esperienza del visitatore, dando vita a uno spazio sorprendente, mutevole e evocativo.
Con questa installazione De Lucchi, suggerisce di guardare, attraversare e percorrere la costruzione, che con la sua stessa forma evoca il bisogno di ritrovare nella trama dei nostri rapporti civili e produttivi, nella nostra visione morale della società, le nuove concatenazioni di cui siamo orfani, più o meno consci.
Il progetto espositivo NATURE consiste in una sfida a entrare in relazione con lo spazio di Zaha Hadid, attraverso la propria idea di architettura. Un corpo a corpo in cui rappresentare sé stessi, la propria storia progettuale, la ricerca più attuale, senza rispondere ad una reale committenza: un progetto in fondo piccolo per architetti abituati a confrontarsi con grandi dimensioni, ma estremamente denso di contenuti e di significati concentrati in pochi metri quadri.
Così, dopo Francesco Venezia, Alberto Campo Baeza, West8, UN Studio e Álvaro Siza, con De Lucchi il MAXXI compie un altro tratto di strada indagando la connessione che lega (o dovrebbe legare) la natura con l’intreccio urbano.
“L’installazione proposta per la mostra è un disegno che funzionerebbe a tutte le scale, dal bracciale alla città murata, - dice Pippo Ciorra curatore della mostra - è uno spazio ma anche una topologia concettuale, aperta/chiusa, è un muro che racchiude un luogo ma che è esso stesso un luogo abitabile, ispezionabile. È un pezzo di natura, ma allo stesso tempo un’applicazione di materiali tecnologicamente sofisticati. Insomma è un dispositivo per impedirci di catalogare e per rendere inoffensivi i confini tra scale e discipline”.
|