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18/02/2019 – Politecnica ha curato il progetto di restauro e riqualificazione di Villa Strozzi a Palidano di Gonzaga (Mantova), uno tra i primi progetti a livello nazionale ad adottare l’Heritage BIM per il recupero del patrimonio storico e architettonico esistente.
L’intervento di riqualificazione di Villa Strozzi - un edificio di grande pregio storico-architettonico e simbolo del territorio mantovano - curato da Politecnica, sarà basato su un innovativo utilizzo dell’HBIM (Heritage Building Information Modeling) per un nuovo approccio al restauro filologico dell’edilizia storica.
Il progetto di recupero realizzato da Politecnica avrà un forte impatto sociale a livello locale, dato che la Villa di Palidano di Gonzaga ospita dagli anni ‘50 una struttura ad uso didattico, l’Istituto Agrario Piero Strozzi, che è stata resa inagibile dal sisma del 2012. Infatti, non solo l’intervento di Politecnica restituirà agli studenti gli spazi della scuola oggi impraticabili, ma il numero delle aule disponibili verrà addirittura aumentato grazie all’introduzione di un vano scala esterno.
Il tema della sicurezza, di fondamentale importanza all’interno di un edificio che ospita degli studenti, è stato uno dei driver del progetto di Politecnica. Il progetto di restauro prevede un miglioramento sismico al 60%, il recupero delle superfici intonacate e dell’apparato decorativo e l’ottimizzazione funzionale e percettiva degli spazi da restituire all’istituto scolastico.
Il progetto di Politecnica prevede anche la riqualificazione e il restauro di una piccola chiesa privata adiacente alla Villa, che verrà utilizzata come sala convegni aperta al pubblico, per ospitare in futuro iniziative ed eventi - un beneficio concreto sia per la comunità territoriale che per la scuola.
La vera sfida del progetto, per Politecnica, è stata quella di progettare interventi strutturali compatibili con il carattere di pregio di un bene culturale ricco di decorazioni. Si è infatti resa necessaria una continua collaborazione tra restauratori e progettisti strutturali per trovare soluzioni che, da un lato, fossero rispettose degli elementi di pregio storico dell’edificio - apparati decorativi pittorici, in stucco, pietra naturale o legno - ma che dall’altro lato garantissero livelli di sicurezza adeguati.
L’uso del BIM - indispensabile non solo ai fini della restituzione grafica dello stato di fatto e di progetto, ma anche per la mappatura degli interventi di restauro - ha reso possibile una migliore comprensione delle geometrie tridimensionali e una maggiore efficienza in fase di progettazione, grazie all’automazione di attività ripetitive e ad un’efficace prefigurazione dell’idea progettuale.
In fase di analisi, ma anche a fini manutentivi, disporre di un unico collettore di contenuti informativi è risultato un fattore decisivo, a vantaggio della conservazione dell’edificio storico e della qualità globale dell’intervento di restauro.
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