Ph. © Serena Eller Vainicher
26/02/2019 - È stata la passione per il cinema, che accomuna i due committenti, a dettare l’intero progetto di questa casa romana seguito da Filippo Bombace, definendone l’immagine e i sapori generali, ispirati ai cinema romani degli anni sessanta.
Una coppia di professionisti si innamora dell’affaccio che da una delle finestre di un appartamento al quartiere Pinciano di Roma si gode dell’antistante villa Borghese e decide di stabilire qui la nuova abitazione, dedicando proprio a questo affaccio la camera da letto padronale.
La zona giorno si sviluppa sul fronte opposto, davanti alle mura Aureliane, ma è soprattutto una sala da dedicare alla passione che accomuna la coppia: il cinema.
La lunga tenda in velluto che per quasi 18 metri costeggia il corridoio che penetra l’abitazione ne è una delle citazioni, insieme alla particolare controsoffittatura in legno solcata da linee di luce a disegno romboidale e ad una serie di elementi che al limite della finzione cinematografica caratterizzano la casa. Prima fra tutte la poltrona sospesa che all’ingresso dondola vicino al vero albero di noce trapiantato dalla casa in campagna, alla lunga asola in vetro che divide dalla cucina, svelandone all’occorrenza la vista cambiando la sua condizione da opalino a trasparente; fino a tutta una serie di sorprese che definiscono ogni locale.
In soggiorno soprattutto i pannelli in fibre naturali che rivestono i moduli contenitori sospesi a parete, il piccolo lavabo in lamiera verniciata in dotazione al bagno ospiti, gli affreschi rinvenuti a soffitto nella stanza destinata a studio, la finitura in resina cementizia che riveste il bagno più maschile o il rivestimento ceramico sui toni del celeste ancora ispirato agli anni ’60 che riveste quello più femminile.
E per finire, in maniera più silenziosa e minimale, il letto in noce canaletto con retrostante toeletta ricavata dalla testiera, che ‘atterra’ in posizione centrale alla camera da letto padronale per regalarsi la vista del parco.
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