07/02/2019 - L'installazione Sclera, originariamente commissionata a Sir David Adjaye per il London Design Festival, sarà uno dei sette progetti presentati nella mostra David Adjaye: Making Memory, dal 2 febbraio al 5 maggio 2019 presso the Design Museum di Londra.
L'architetto anglo-ghanaiano Sir David Adjaye OBE esplora il ruolo dei monumenti e dei commemorativi del 21° secolo attraverso sette dei suoi progetti. Esamina l'idea del monumento e presenta il suo pensiero su come l'architettura e la forma vengono utilizzate come strumenti per la narrazione. Questa esposizione mostra che i monumenti contemporanei non sono più solo oggetti statici - targhe, statue o sculture neoclassiche - ma sono spazi dinamici e complessi che servono per uno scopo più ampio e profondo.
Un frammento del padiglione Sclera sarà esposto in una delle sale espositive. L'originale Sclera era un padiglione esterno ellittico di 12 x 8 m in tulipier americano situato vicino al fiume Tamigi, sulla Southbank Centre Square.
Ispirato dall'occhio umano, era un'esplorazione della forma e dello spazio, ed è stato progettato come una sala pubblica nel cuore della città che poteva essere nello stesso tempo uno spazio rilassante e un coinvolgente monumento urbano per vedere e capire meglio il mondo. Il pezzo al Design Museum, che è stato replicato secondo i disegni originali di Benchmark, misura 4,5 x 3,4 metri e invita i visitatori a scoprire come è stata l'esperienza originale all'interno del padiglione e a esplorare l'aspetto e la tattilità del legno utilizzato.
"Lavorare con il tulipier americano permette di far emergere dalla struttura una serie di forme positive e negative insieme. L'architettura appare opaca quando ci si avvicina, in modo da apparire sempre più dissolta man mano che si entra nel padiglione. Ci si rende conto che è un momento, in cui la sensazione di luce e aria ti arriva e il mondo visivo intorno pian piano come scompare", dice Sir David Adjaye.
"Volevo pensare al ruolo degli spazi e monumenti sacri, spazi di sollievo, che hanno giocato un certo ruolo nelle nostre città e forse sono diventati più formali come spazi religiosi. Volevo davvero trovare un modo per creare uno spazio che non avesse le connotazioni religiose o dei monumenti formali, ma che permettesse ai cittadini di ritirarsi dal trambusto della vita quotidiana".
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