28/05/2019 - Dopo le due sedi già avviate a Casalgrande (RE) e Milano ora è la volta di Roma. Casa Baldi, l'edificio residenziale completato a Roma sull’ansa della Flaminia nel lontano 1961 progettato da Paolo Portoghesi per Gian Vittorio Baldi – impegnato regista e produttore di alcune pellicole di Pierpaolo Pasolini – è il terzo polo dei Creative Center Casalgrande Padana.
Luoghi aperti ai professionisti del settore, pensati per superare il tradizionale concetto di showroom commerciale, i creative centre si propongono come vere e proprie piattaforme di incontro tra mondo della produzione e mondo del progetto, dove si va a conoscere prodotti, materiali e soluzioni di posa, approfondire e sviluppare questioni di progetto, condividere idee, promuovere aspetti culturali e di formazione.
Il luogo scelto per il terzo creative centre è particolarmente significativo e rappresenta l’occasione per aprire alla comunità dei progettisti un importante manufatto d’autore. A dispetto della scala ridotta, l’opera ha rappresentato un innovativo manifesto architettonico del primo dopoguerra, stimolando un grande dibattito, allora rimbalzato perfino sulle pagine del New York Times. “Un edificio problematico” come lo ha definito Bruno Zevi sulla rivista L’architettura Cronaca e storia nel dicembre 1962. “Una proposta di nuova architettura, legata ai luoghi e alla storia, partecipe allo stesso tempo della rivoluzione del Movimento Moderno”, come ne sintetizza oggi i contenuti Paolo Portoghesi.
L’azienda ha affidato il progetto di restauro e ridestinazione allo stesso Paolo Portoghesi, che ha elaborato una serie di soluzioni coerenti con l’opera originale e allo stesso tempo sensibili a valorizzarne architettonicamente e funzionalmente la nuova destinazione d’uso.
“Mi ha entusiasmato l’idea di utilizzare in modo diverso l’edificio, introducendo ed esponendo i materiali di Casalgrande Padana, che sono più attraenti e più resistenti delle pietre naturali, ma mantenendo la fluidità degli spazi originari in modo che i visitatori possano capire le origini dell’edificio, nato appunto come ‘casa’. Ho cercato di mettere insieme in modo dialettico la necessaria dimensione espositiva che il Creative Centre di Casalgrande Padana richiede, con la memoria domestica degli spazi originari”, afferma Paolo Portoghesi.
Il piano terreno presenta una serie di quinte formate da lastre di diverso colore e materiale che si ‘sfogliano’ dai muri perimetrali offrendo “il fascino della varietà materializzato nella struttura dell’edificio”, e formando in un certo senso una scena espositiva di sapore teatrale. La ‘macchina teatrale’ del piano terra è giocata sulla diversità, “sirena del mondo”, ci ricorda Portoghesi citando Gabriele D’Annunzio, e le quinte a tutt’altezza che si staccano dal perimetro murario della costruzione nascondono luci radenti di sapore barocco che enfatizza la scena complessiva risolta in una calibrata sequenza giocata sul rapporto ripetizione/varietà.
Se piano terra e giardino sono così dedicati all’esporre e a raccontare i materiali di Casalgrade Padana, chiamati anche a ricomporre tutti i bagni della casa e la nuova pavimentazione, il primo piano è invece conservato nei suoi materiali e spazi originari, mantenendo l’aspetto contemplativo della casa; qui le grandi lastre di Casalgrande Padana diventano dei grandi ‘pannelli materici’ disposti sulle pareti, appunto come fossero quadri di una casa.
Così la trasformazione di Casa Baldi sembra in fondo sottolineare nella sua nuova funzione quello che Portoghesi affermava in modo esplicito nel 1962: "Casa Baldi è un edificio ambiguo, aperto a molteplici letture; e poiché questa ambiguità è intenzionale e dovrebbe servire a provocare nell’osservatore una volontà attiva di interpretazione, coinvolgendolo in una narrazione che lo renda partecipe e quasi co-autore dell’opera, una giustificazione analitica potrebbe essere oltre che inutile, contraddittoria”.
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